La natura morta è un genere pittorico che nasce nel XVII secolo e caratterizzato dal fatto che la figura umana è assente. Quest’assenza non si traduce immediatamente in una totale scomparsa dell’umano: l’uomo è atteso, o ha appena lasciato gli oggetti, affidandoli allo spazio pittorico. Utensili, cibi, luoghi di vita quotidiana, cose che portano sempre la traccia della mano dell'uomo sono rappresentati inermi e opachi in una rappresentazione descrittiva e ipermimetica, senza per questo smettere di essere emotivamente ed esteticamente coinvolgenti. La parte centrale della ricerca si concentra perciò sui legami e i rapporti che si instaurano tra l’atto del descrivere e l’atto del narrare in pittura,prendendo spunto da una lettura fenomenologica della natura morta ed esaminando alcuni aspetti pertinenti della nozione di feticcio
Still life is a pictorial genre that born in XVII century and distingushed by the absence of human figure. This absence is not immediatly a total disapparence of human: man is awaited, or he has just left the objects, putting them inside the pictorial space. Tools, food, scraps, everyday places: all they bear the marks of human hands and they are represented defenceless and opaque, in a iper-mimetic expression. But without giving up their emotional and esthetical values. The central part of the research focuses on the relations between the act of describing and the act of telling in painting, starting from some phenomenological considerations and considering some aspects of the concept of fetishism.