Abstract:
Questa ricerca si prefigge l’ambiziosa intenzione di esplorare il complesso sistema ispettivo italiano, dalle origini che affondano all’indomani dell’Unità d’Italia, fino alle più recenti riforme, l’ultima operata con la legge n.183 del 2010.
In questa evoluzione storica un ruolo importante è rivestito da un lato, sul piano interno, dalla Costituzione della Repubblica italiana, dall’altro, sul piano internazionale, dall’adesione dell’Italia all’Organizzazione internazionale del lavoro con la conseguente ratifica delle convenzioni internazionali in tema di ispezione del lavoro.
L’esame dei servizi ispettivi nel contesto della regolazione europea ed internazionale occupa l’ultima parte di questo studio nella quale si è proceduto a comparare il nostro sistema con quello adottato dal Regno Unito, paese di common law nel quale ho avuto il pregio di soggiornare per tre mesi nel periodo di dottorato, allo scopo di valutarne le differenze ed operare una comparazione rispetto al nostro.
Nell’affrontare una materia come quella in oggetto, ho cercato di analizzare l’impatto e la funzionalità del sistema ispettivo italiano rispetto al principio di effettività, di certezza del diritto e delle relazioni giuridiche.
Per efficacia s’intende, comunemente, la capacità di un sistema di perseguire il proprio scopo, garantendo il rispetto delle regole e, se del caso, sanzionando in maniera efficace gli operatori del mercato che le trasgrediscono.
L’analisi degli istituti giuridici oggetto della presente ricerca è, pertanto, diretta ad evidenziarne il livello di efficacia con riguardo sia alla posizione del datore di lavoro che a quella dei lavoratori, passando per il raccordo, che necessariamente deve instaurarsi per un corretto funzionamento di un servizio ispettivo, tra il personale amministrativo, chiamato ad indagare e sanzionare, ed il giudice chiamato a decidere, in ultima istanza, in caso di contenzioso tra organo accertatore e datore di lavoro.