Fenomenologia dell’autolesionismo : la nuova scena del corpo

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dc.contributor.advisor Padoan, Ivana Maria it_IT
dc.contributor.author Valmorbida, Erika <1977> it_IT
dc.date.accessioned 2014-09-02 it_IT
dc.date.accessioned 2015-10-07T08:57:33Z
dc.date.available 2015-10-07T08:57:33Z
dc.date.issued 2015-02-06 it_IT
dc.identifier.uri http://hdl.handle.net/10579/6527
dc.description.abstract L’autolesionismo è la vita che si rivolta contro sé stessa. Esso tocca e ferisce una delle possibilità dell’essere umano: la corporeità. Tenteremo, nei limiti del carattere impensabile della questione, di comprender il senso del rapporto al mondo, a sé e agli altri che è contenuto in queste forme paricolari di violenza, che sono gli agiti autolesionistici e le situazioni limite che possono esere loro associate. Vogliamo anche distinguerle chiaramente dall’intenzione e dall’atto suicidario. La questione è delicata poiché il senso esistenziale dell’autolesionismo può avvicinarsi a quello del suicidio, ma rivelarsi anche molto diverso; è questo che fa l’originalità di questo fenomeno. Nell’autolesionismo, lo scopo non è quello di morire, ma quello di vivere. Attraverso questa distinzione si tratterà di esaminare la molteplicità di intenzioni di senso che queste condotte portano con sé. Gli agiti autolesivi, guardati nell’ottica dell’azione immediata, sono lontani dall’avere un senso pieno e univoco. Facendo un passo indietro e assumendo un punto di vista antropologico, vedremo che il fenomeno dell’autolesionismo è presente anche nella normalità, in forme codificate; esso è allora culturalmente preparato e integrato e ha un insieme di funzioni precise. La violenza autolesiva contiene un richiamo intersoggettivo nascosto. È un atto complesso accompagnato da intenzioni plurivoche, mal elaborate, abortite o precipitate e, per questo, difficili da interpretare. Ciononostante l’esplorazione dei fenomeni dei tatuaggi, dei piercing estremi o di altre manifestazioni estetiche che implichino un atto di violenza alla pelle o alle mucose, aiuta a comprenderne la dinamica. Ricomporre il cammino di senso che permette a questi agiti di restare al di qua di un atto autolesionista è di grande importanza, sia per la ricerca clinica, che per quella psicopatologica che per l’etica. it_IT
dc.language.iso it it_IT
dc.publisher Università Ca' Foscari Venezia it_IT
dc.rights © Erika Valmorbida, 2015 it_IT
dc.title Fenomenologia dell’autolesionismo : la nuova scena del corpo it_IT
dc.title.alternative it_IT
dc.type Doctoral Thesis it_IT
dc.degree.name Filosofia it_IT
dc.degree.level Dottorato di ricerca it_IT
dc.degree.grantor Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali it_IT
dc.description.academicyear 2012/2013, sessione proroghe annuali 2012/2013 it_IT
dc.description.cycle 26 it_IT
dc.degree.coordinator Natali, Carlo it_IT
dc.location.shelfmark D001487 it_IT
dc.location Venezia, Archivio Università Ca' Foscari, Tesi Dottorato it_IT
dc.rights.accessrights openAccess it_IT
dc.thesis.matricno 955831 it_IT
dc.format.pagenumber 456 p. it_IT
dc.subject.miur M-FIL/03 FILOSOFIA MORALE it_IT
dc.description.note Cotutela con l'Université Paris Diderot - Paris 7., Sorbonne Paris Cité it_IT
dc.degree.discipline it_IT
dc.contributor.co-advisor Charbonneau, Georges it_IT
dc.contributor.co-advisor Galimberti, Umberto it_IT
dc.date.embargoend it_IT
dc.provenance.upload Erika Valmorbida (955831@stud.unive.it), 2014-09-02 it_IT
dc.provenance.plagiarycheck Ivana Maria Padoan (ipadoan@unive.it), 2015-12-02 it_IT


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