Abstract:
Nell'età postfordista il mondo del lavoro è cambiato radicalmente: la condizione precaria, assieme alla terziarizzazione e all’immaterialità dei servizi, riassume la nuova condizione del lavoro in sostituzione dell’operaio-massa dell’età fordista.
Il sindacato, sopravvissuto alla crisi della Prima Repubblica e in crisi di consenso sociale, è chiamato a rispondere a questa trasformazione: il sindacalista si trova a dover a riflettere su modalità e filosofie del proprio "mestiere" per continuare a rappresentare la società liquida ed intercettare il nuovo mondo dei lavori.
Partendo dall'analisi della condizione postfordista e passando poi allo studio della letteratura sul "mestiere" del sindacalista, abbiamo condotto un'osservazione partecipante di un direttivo sindacale della CGIL, il più grande sindacato italiano: per 4 anni, seguendo un approccio fenomenologico-ermeneutico, abbiamo beneficiato di un punto di osservazione privilegiato per conoscere e comprendere da dentro il "mestiere" del sindacalista, facendo particolare attenzione alle modalità del suo apprendimento e alla sua generatività formativa.
Abbiamo altresì condotto una fase di osservazione in profondità mediante la sperimentazione di un percorso di formazione improntato agli indicatori emergenti dell’autoformazione e della riflessività.
Dalla rielaborazione dei dati raccolti, la nostra osservazione ci ha detto che il "mestiere" sindacale si apprende principalmente mediante prassi di conformità e di adeguamento ai modelli autoriali presenti, implicanti processi di autoformazione implicita ed informale, laddove la formazione formale è ancora improntata ad una visione del mondo prevalentemente fordista e la sua incidenza nella maturazione del “mestiere” del sindacalista marginale, a causa della sua discontinuità e dello scarso valore organizzativo assegnatole.
Dai contesti di prassi osservati, il sindacalista si sente investito di un compito che va aldilà di percorsi professionali determinati, in quanto si propone obiettivi di giustizia, libertà, dignità, autonomia: l’aspetto vocazionale ed esistenziale del “mestiere” del sindacalista è essenziale ed il costrutto di capacitazione ci sembra corrispondere a queste sue specificità.
Restituiamo alla CGIL un’ipotesi di formazione sindacale continua che valorizzi la riflessività, l’autoformazione e le capacitazioni dei sindacalisti.