La statuaria italiana dalla metà dell'Ottocento al primo ventennio del Novecento a Montevideo

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dc.contributor.advisor Dal Canton, Giuseppina it_IT
dc.contributor.author Beltrami, Cristina <1973> it_IT
dc.date.accessioned 2010-03-08T08:11:13Z it_IT
dc.date.accessioned 2012-07-30T07:16:06Z
dc.date.available 2010-03-08T08:11:13Z it_IT
dc.date.available 2012-07-30T07:16:06Z
dc.date.issued 2004-03-11 it_IT
dc.identifier.uri http://hdl.handle.net/10579/501 it_IT
dc.description.abstract La ricerca prende in esame il cospicuo patrimonio di scultura italiana conservato nella capitale uruguaiana. I due termini temporali indicano dei paletti cronologici ben definiti: è infatti dalla metà dell'Ottocento che si stabilisce a Montevideo un gruppo di pittori prima e scultori poi, di origine italiana, mentre gli anni venti segnano la svolta culturale dell'Uruguay, dovuta ad una conoscenza diretta di modelli europei. In questo arco cronologico Montevideo ha conosciuto un arredo monumentale e architettonico principalmente legato a maestranze italiane; che siano queste rappresentate da scultori alla ricerca di maggior fortuna oltreoceano, o da figure che hanno agito da intermediari con i laboratori italiani. Questo ha permesso che giungesse a Montevideo una notevole quantità di scultura italiana, principalmente di carattere cimiteriale, all'interno della quale vale la pena segnalare il Minatore di Enrico Butti, l'Olocausto e il Monumento al lavoro di Leonardo Bistolfi ed un busto di Garibaldi di Vincenzo Vela. Dal secondo decennio anche l'Uruguay è interessato dai grandi concorsi internazionali, e due sono vinti da italiani: il monumento al General Artigas di Angelo Zanelli e il Palazzo Legislativo affidato, in seconda battuta, a Gaetano Moretti, che per anni è attivo a Montevideo anche in veste di docente. Incrociando i dati della bibliografia italiana con quella uruguaiana, con lo spoglio di riviste d'epoca e la ricerca d'archivio, ho cercato di ricostruire le dinamiche socioculturali che hanno spinto due generazioni di artisti a lavorare in Sudamerica e soprattutto il meccanismi che hanno mantenuto viva la richiesta di manufatti italiani. Mettere a fuoco i protagonisti di questa vicenda è spesso significato ricostruire ex novo alcune biografie. La tesi si configura dunque come un catalogo scientifico che, con numerosi inediti e una campagna fotografica, documenta il patrimonio custodito a Montevideo, la sua evoluzione e la sua interazione con le proposte artistiche autoctone. A termine della ricerca, posso affermare che nella sola capitale si contino più di centocinquanta pezzi di plastica italiana, che provano l'esistenza di un forte legame culturale che ha segnato almeno trent'anni della storia dell'Uruguay. The research examines the incredibly large quantity of Italian sculpture in the capital city of Uruguay. The two temporal terms define two precise chronological moments: from the second half of the 19th century in fact, a group of Italian painters first, and sculptors in a second moment, settle in Montevideo. The Twenties bring cultural change for Uruguay, due to a direct kwnoledge of European models. During this period, Montevideo knew monumental and architectonic decoration strictly connected to Italian skilled workers. Some of them were sculptors searching for more fortune on the other side of the world, others were mediators from the Italian art-laboratories, thus importing a great quantity of cemeterial sculptures. They have also imported masterpieces of 19th century Italian art, such as the "Minatore" by Enrico Butti, the "Olocausto" and the "Monumento al Lavoro" by Leonardo Bistolfi and a bust of Giuseppe Garibaldi by Vincenzo Vela. Since the 1910's Uruguay was also involved in international competitions. Two of these competitions were won by Italian artists: General Artigas' monument by Angelo Zanelli and the Palazzo Legislativo, that was completed by Gaetano Moretti, who taught at the University of Montevideo during this period. I've compared the Italian items with the Uruguayan ones taken from the available bibliography and from the newspapers of that period. I've also researched the Montevideo archives, so that I was able to understand the social and cultural reasons that brought two generations of artists to work in South America and, above all, to account for the constant demand for Italian works of art. I was able to outline the main processes of this demand and in some cases I had to completely reconstruct the lives and careers of these artists. The research is in the form of a scientific catalogue with a lot of unpublished news and photos which documents the vast patrimony kept in Montevideo. It has been also important to acquire a view of the mutual influence on local painting, literature and culture in general. So at the end of my research, I can conclude that in Montevideo there are approximately 150 pieces of Italian sculpture which are proof of the "cultural relationship" that has affected the history of Uruguay for almost 30years. it_IT
dc.format.medium Tesi cartacea it_IT
dc.language.iso it it_IT
dc.publisher Università Ca' Foscari Venezia it_IT
dc.rights © Cristina Beltrami, 2004 it_IT
dc.title La statuaria italiana dalla metà dell'Ottocento al primo ventennio del Novecento a Montevideo it_IT
dc.type Doctoral Thesis it_IT
dc.degree.name Storia dell'arte it_IT
dc.degree.level Dottorato di ricerca it_IT
dc.degree.grantor Facoltà di Lettere e filosofia it_IT
dc.description.academicyear 2002/2003 it_IT
dc.description.cycle 1 n.s. (15) it_IT
dc.degree.coordinator Fontana, Vincenzo it_IT
dc.location.shelfmark D000241 it_IT
dc.location Venezia, Archivio Università Ca' Foscari, Tesi Dottorato it_IT
dc.rights.accessrights Accesso locale (tesi cartacea) it_IT
dc.thesis.matricno T00053 it_IT
dc.format.pagenumber 1 v. it_IT


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