Rispetto ad altri paesi europei con storia migratoria consolidata, l’Italia ha affrontato solo nell’ultimo ventennio una massiccia presenza di stranieri nel proprio territorio, con azioni che, di conseguenza, sono spesso state improntate più all’emergenza che alla programmazione.
La Legge 94/2009 e le successive normative ad essa collegate, con l’obbligo per lo straniero di dimostrare tramite test o acquisizione di crediti la propria conoscenza della lingua e della cultura civica dell’Italia, hanno ‘stravolto’ ogni dinamica inaugurando una nuova stagione nelle politiche di inclusione degli immigrati adulti.
Il lavoro – incentrato su uno studio di caso relativo all’esperienza della Rete dei CTP (Centri Territoriali Permanenti) o CPIA (Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti) della Regione Marche – ripercorre tutta la storia di un nascente modello di integrazione nel suo aspetto principe che è quello dell’apprendimento della lingua, nell’alveo di una modalità definita “umanistica”.
Unlike other European countries with a long history of migration, Italy has seen a significant presence of foreigners in its country only in the last two decades, and the government’s reactions to this are consequently often marked by emergency measures rather than by programming.
Law 94/2009 and successive regulations related to it, obliging foreigners to demonstrate, by means of tests or the acquisition of credits, their knowledge of the language and civic culture of Italy, have upset all dynamics, inaugurating a new season in politics of inclusion of adult immigrants.
The work – centred on a case study relating to the experience of the network of CTP (Centri Territoriali Permanenti) or CPIA (Centri Provinciali per l-Istruzione degli Adulti) of the Marches region – goes all through the history of a nascent model of integration in its principle aspect which is that of learning the language in the hive of a modality defined as “humanist”.