L'evento e il sé: finitezza e alterità nei Beitrage zur Philosophie di Heidegger

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dc.contributor.advisor Ruggenini, Mario it_IT
dc.contributor.author Galanti Grollo, Sebastiano <1968> it_IT
dc.date.accessioned 2010-03-08T08:11:01Z it_IT
dc.date.accessioned 2012-07-30T07:13:30Z
dc.date.available 2010-03-08T08:11:01Z it_IT
dc.date.available 2012-07-30T07:13:30Z
dc.date.issued 2004-03-26 it_IT
dc.identifier.uri http://hdl.handle.net/10579/348 it_IT
dc.description.abstract II lavoro affronta la questione del rapporto tra l'esistenza umana e l'evento dell'essere nel pensiero di Martin Heidegger, con particolare attenzione per i Beitrage zur Philosophie (Vom Ereignis) [Contributi alla filosofia (Dell'evento)], risalenti agli anni 1936-38 ma pubblicati soltanto nel 1989. Nei Beitrage vi è la più ampia e approfondita trattazione della tematica dell'evento, che si rivela fondamentale per il pensiero di Heidegger dopo Essere e tempo. Essa viene svolta nella direzione della problematica dell'alterità, che è centrale nel dibattito fenomenologico-ermeneutico contemporaneo. La tesi del lavoro è che grazie al concetto di Ereignis (evento, appropriazione) è possibile ripensare la condizione di finitezza dell'esistenza umana in relazione ad una dimensione altra che, pur sottraendosi alla presa, si mostra esperibile. L'essere si da nella ritrazione, ed in questa dinamica è inscritto l'esistere dell'uomo, che ha la possibilità di comprendere sé e gli altri muovendo non più dal cogito ma per l'appunto da altro. L'idea di una fenomenologia dell'inapparente, che Heidegger enuncia nel tardo seminario di Zàhringen, si ritrova proprio nelle pagine dei Beitrage, nella proposta di una peculiare ontologia della ritrazione, che si colloca al di fuori di ogni onto-teologia. Diversamente da quanto accadeva in Essere e tempo, l'essere non è più considerato a partire dall'esserci (Dasein), ma come quell'alterità a cui l'uomo appartiene. Heidegger concepisce l'essere come Seyn, il quale non ha il significato metafisico dell'enfiata (Seiendheit), cioè della presenza stabile, ma assume un valore essenzialmente dinamico. Esso è pensato come Ereignis, cioè come l'evento che, donandosi all'esistenza, le si sottrae, aprendo così lo spazio ed il tempo. In questa prospettiva, la verità non è più intesa come aletheia (nonnascondimento), ma come radura (Lichtung) del nascondimento, che rappresenta il fondo abissale (Ab-grund) di ciò che appare. Di conseguenza, la verità esprime la correlazione inscindibile tra apertura e nascondimento. The issue of the relationship between human being and the event of being in Martin Heidegger's thinking is the topic of the work. The focus is on the Beitrage zur Philosophic (Vom Ereignis) [Contributions to Philosophy (From Enowning)], written during 1936-38 but published only later in 1989. The Beitrage include the widest and deepest investigation of the enowning's issue, which is crucial for Heidegger's thinking after Being and Time. This issue is shifted towards the problems of alterity, nowadays a relevant topic discussed in phenomenology and hermeneutics. The work's thesis is that, thanks to the concept of Ereignis (event, enowning), it is possible to rethink human existence's finitude in connection to a different dimension, which one can experience even if it withdraws itself. Being gives itself in withdrawal: just in this dynamics find its place human existance, which has the possibility to understand itself and the others starting from alterity and no more from the cogito. The idea of a phenomenology of the unapparent, stated by Heidegger during the later Zahringen seminar, can be actually founded in the Beitrdge, in particular in the proposal of a peculiar ontology of the withdrawal, which is out of any onto-theology. Being is not thought anymore starting from there-being (Dasein), as asserted in Being and Time, but as alterity, to whom human being belongs. Heidegger doesn't understand being as metaphysical beingness (Seiendheit), which means permanent presence, but as essentially dynamic Seyn. It is viewed as Ereignis, i.e. the event which gives itself to human existence in the withdrawal, so opening space and time. From that perspective, truth doesn't mean aletheia (unconcealment), but clearing (Lichtung) of the concealment, which represents the never-ending ground (Ab-grund) of what appears. Thus truth expresses the unbreakable correlation between openness and concealment. it_IT
dc.format.medium Tesi cartacea it_IT
dc.language.iso it it_IT
dc.publisher Università Ca' Foscari Venezia it_IT
dc.rights © Sebastiano Galanti Grollo, 2004 it_IT
dc.title L'evento e il sé: finitezza e alterità nei Beitrage zur Philosophie di Heidegger it_IT
dc.type Doctoral Thesis it_IT
dc.degree.name Filosofia it_IT
dc.degree.level Dottorato di ricerca it_IT
dc.degree.grantor Facoltà di Lettere e filosofia it_IT
dc.description.academicyear 2002/2003 it_IT
dc.description.cycle 2 n.s. (16) it_IT
dc.degree.coordinator Cortella, Lucio it_IT
dc.location.shelfmark D000273 it_IT
dc.location Venezia, Archivio Università Ca' Foscari, Tesi Dottorato it_IT
dc.rights.accessrights Accesso locale (tesi cartacea) it_IT
dc.thesis.matricno T00097 it_IT
dc.format.pagenumber 1 v. it_IT


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