Lo scritto si propone di indagare il concetto di verità nella filosofia nietzscheana. Contro un’epistemologia di stampo aristotelico, che chiamava in causa una adæquatio tra la cosa e il pensiero della cosa, Nietzsche rivendica ciò che può essere indicato come uno svuotamento del contenuto veritativo della verità, finendo per designare con essa un mero carattere prospettico, garantito da un rovesciamento gerarchico che si concreta nel dominio della volontà sul logos. Così ogni verità diventa un guscio vuoto, riempito di volta in volta dal contenuto che ogni nuova prospettiva volontaristica gli impone.
Per rendere conto di questo rovesciamento lo scritto è diviso in tre parti, passando dall’analisi della limitata visuale della volontà umana (parte prima), a quella dell’ampiezza ontologica della volontà di potenza (parte seconda), per concludersi con una riflessione sulla natura prospettica della verità nietzscheana (parte terza).
Una certa rilevanza si è riconosciuta ai problemi che la critica nietzscheana alla metafisica porta con sé e alle critiche che le sono state mosse.
Tuttavia, per evitare di sottovalutare la potenza sovversiva che domina il pensiero nietzscheano, si è tentato qui di andare oltre tali difficoltà, riesaminando il tema del prospettivismo, in così stretto e necessario legame con le dottrine della volontà di potenza e dell’eterno ritorno dell’uguale, attraverso un’analisi di più ampio respiro.
Si presenta, quindi, la possibilità di recuperare il senso profondo della filosofia di Nietzsche, ripensandola nella prospettiva di una esortazione volontaristica che trasformi la trasmissione del pensiero filosofico in un messaggio che annulli il rimando ad ogni possibile esigenza veritativa svuotata, come essa appare oramai.
In this work I analyse the concept of truth in Nietzsche’s philosophy. Nietzsche claims a process of “emptying” the truth against the Aristotelian position, which implied the classic adæquatio between the thing and its thought. Nietzsche ends with the truth attaining “perspectivism”, a philosophical view that is guaranteed by the reversing of hierarchy between the will and the logos. The truth becomes consequently a sort of empty shell that one can fill up by a new voluntaristic perspective each time he needs it.
This work is divided into three parts; from the analysis of the limits of the human will (first part) I go on examining the ontological breadth of thought of the will to power (second part); in the third part I analyse the view of perspectivism of Nietzsche’s truth.
I put a special emphasis on the question of Nietzsche’s criticism to traditional metaphysics, and on general disapproval this position had excited.
To avoid undervaluing the subversive force of Nietzsche’s philosophy, I tried to overcome this difficulty by an extensive re-examination of perspectivism in its indispensable implications with the power to will and the thought of the eternal recurrence.
I tried to recover the profound sense of Nietzsche’s philosophy insisting on its voluntaristic exhortation, which could convert the transmission of the philosophical thought into a message that doesn’t necessarily imply the “empty shell” of the truth, as it seems to all appearances.