Abstract:
L’elaborato si propone di analizzare la recente visione critica dell’ecologia letteraria, che vede nella letteratura una grande risorsa per la presa di coscienza degli accelerati cambiamenti dell’Antropocene e per la spinta verso una forma di attivismo ambientale.
Nel I capitolo vengono trattate le origini dell’ecocriticism, gli elementi fondanti e i punti di forza di tale metodo critico - tra cui la sua apertura transdisciplinare e la sua prospettiva anti-antropocentrica - ma riconoscendone anche i limiti. Lo sguardo viene poi allargato ad altri campi che si rifanno a loro volta all’ecologia, come le environmental ethics e la geocritica e al movimento dell’ecofemminismo.
Nel II capitolo, senza pretese di esaustività, viene tracciato un breve excursus storico-letterario per analizzare come è mutato nel tempo il rapporto tra la Natura e l’uomo partendo dall’originaria sintonia tra uomo e ambiente del mondo greco-latino, passando attraverso l’epoca romantica in cui il loro rapporto era ambivalente e giungendo all’idea di Natura nel contesto italiano degli ultimi secoli.
Negli altri capitoli vengono affrontati più nel dettaglio tre poeti italiani e le loro raccolte principali: Caproni, Zanzotto e Pusterla. La scelta della poesia rispetto alla prosa deve molto all’analogia di Laura Pugno tra l’arte poetica e il Terzo paesaggio di Gilles Clément.
Il lavoro di ricerca e di studio si conclude con un’intervista a Niccolò Scaffai, critico letterario ed esperto conoscitore della relazione tra letteratura ed ecologia, suo ambito di ricerca e di pubblicazioni recenti.
L’elaborato è incentrato sulla convinzione che scommettere sulla letteratura, e più in generale sulle discipline umanistiche, permette di ripensare il destino della Natura.