Abstract:
Questa tesi si pone come obiettivo l’analisi iconologica del martirio femminile e maschile in alcuni dipinti del Cinquecento italiano. Con un’introduzione sul concetto di martirio, ne scandaglia i presupposti dottrinali e semantici, arrivando a identificare l’Imitatio Christi come cuore pulsante dell’ideologia martiriale. Successivamente, esaminando esempi pittorici di alcune delle eroine cristiane più famose, questa tesi ambisce a evidenziare la pervasività dell’ideologia patriarcale all’interno delle loro rappresentazioni. Ad una graduale oggettivazione del corpo femminile, evidente sin dagli inizi del Quattrocento, equivale una progressiva ma sistematica esclusione delle donne dalla vita politico-economica dello stato. In questo senso, quindi, le invenzioni pittoriche di artisti come Sebastiano del Piombo, Paolo Veronese, Jacopo Palma il Giovane, Gaudenzio Ferrari e Jacopo Tintoretto vengono lette attraverso una lente dichiaratamente di genere, facendo costanti riferimenti alla Querelle des femmes e ai trattati cinquecenteschi ad essa coevi. Mediante un attento focus sulla condizione della donna in età moderna, questa analisi ha come fine ultimo l’evidenziare come alla natura didascalica delle immagini delle eroine corrispondesse, in modo quasi schizofrenico, la loro “maschilizzazione”. Contemporaneamente, attraverso vari riferimenti alla teologia incarnazionale e al misticismo femminile, questa tesi ambisce a presentare letture potenzialmente sovversive delle rappresentazioni martiriali stesse, la cui ambiguità non è che un sintomo dell’affascinante contraddittorietà spirituale del Rinascimento.