Abstract:
Lee Chang-dong si è distinto come uno dei registi coreani più sensazionali degli ultimi decenni.
Amato in patria e all’estero per la profondità e l’esistenzialismo dei propri film, si è ritagliato negli ultimi anni un posto d’onore tra i grandi nomi del cinema contemporaneo.
Muovendosi cronologicamente attraverso la sua opera, questa tesi cerca di tracciare l'evoluzione di una delle costanti per eccellenza del suo cinema: l’individuo.
Dopo un'introduzione biografica sull’autore, i tre capitoli che seguiranno tratteranno due lungometraggi ciascuno.
Il primo capitolo sarà dedicato a Green Fish (1997) e Peppermint Candy (2000). In questi due film l’approccio di Lee Chang-dong è inconfutabilmente più politico. I protagonisti sono caratterizzati in modo da assumere il ruolo di metafore socio-politiche, permettendo a Lee Chang-dong di riflettere sulle conseguenze che derivano, in particolare, dal rapporto microstoria-macrostoria.
Nel secondo capitolo l'attenzione viene spostata su Oasis (2002) e Secret Sunshine (2007). Due opere di passaggio, che da un lato rimangono legate al carattere politico-sociale delle precedenti, dall’altro preparano il terreno per i film che verranno. L'individuo viene messo a nudo nel suo confrontarsi con determinati gruppi sociali. Nel caso di Oasis, la famiglia, per quanto riguarda Secret Sunshine, i gruppi religiosi.
Poetry (2010) e Burning (2018) sono l'oggetto dell’analisi del terzo capitolo. L'individualismo di Lee Chang-dong raggiunge il proprio apice e i protagonisti, nel rapportarsi con la propria natura e con il proprio io, intraprendono un percorso catartico e di formazione, che sfocia in due prese di coscienza differenti.