Abstract:
Questo elaborato si occuperà del processo di traduzione e pubblicazione di letteratura che è in contrapposizione all’esistente percezione della Svezia. Verranno investigati i meccanismi dell’imagologia, i processi che portano alla creazione dell’immagine di un certo Paese attraverso la letteratura tradotta, per poi introdurre due casi; due opere che non rientrano nei canoni osservati, proponendo ipotesi rispetto ai motivi e avanzando proposte per la loro traduzione e pubblicazione: Lena Andersson ed Elisabeth Åsbrink.
All’interno dello schema teorico degli studi di Traduzione e Ricezione, verrà argomentato che una certa immagine della Svezia esiste nella percezione del pubblico italiano, immagine che in considerevole misura è stata formata e validata dalla pubblicazione di letteratura svedese in italiano immessa poi sul mercato editoriale italiano. La prima sezione di questo elaborato si concentrerà su una discussione a livello teorico, delineando l’immagine della Svezia esistente in Italia, commentandone le origini e lo sviluppo, e fornendo allo stesso tempo una generale contestualizzazione dell’esistenza di questo fenomeno.
La seconda sezione vedrà invece la discussione dei due casi studio scelti per esemplificare le teorie proposte nella Sezione Uno. Le opere Sveas son e Och i Wienerwald finns träd kvar sono entrambe non tradotte in italiano, di autori che sono presenti sul mercato italiano, e che riproducono un’immagine inusuale della Svezia, una che non combacia con la versione canonica. Per entrambe le opere un’analisi tematica, linguistica, stilistica e concettuale verrà proposta, accompagnata da un’esplorazione delle possibilità traduttive e di mediazione dei due libri nell’ambiente italiano.
Nell’ambito della trasposizione culturale, i libri che rappresentano una sorta di macchia sulla solidificata percezione italiana della Svezia e di conseguenza mettono in dubbio l’esistenza stessa di quell’immagine mentale, sono incredibilmente interessanti sfide traduttive.