Abstract:
La tesi tratta del fenomeno italiano degli spettacoli en travesti, analizzando in particolare l’opera di Mario Mieli (1952-1983), una delle figure più complesse della cultura degli Anni Settanta del Novecento. Scrittore, attore, attivista, filosofo di matrice marxista, teorico degli studi di genere e tra i fondatori del movimento omosessuale italiano, Mieli, con sua personalità dirompente, si inserisce in un contesto culturale e sociale attraversato da tensioni politiche e rivelandosi da subito come presenza determinante l’affermazione delle teorie queer in Italia nel XX secolo. La rivoluzione è il tema cardine della sua pratica performativa e della sua elaborazione teorica che mira alla liberazione sessuale in un più ampio quadro di sovversione sociale di ispirazione marxista. Nella fattispecie la tesi analizza l’opera La Traviata Norma. Ovvero: Vaffanculo... ebbene sì! (1976), che venne rappresentata per la prima volta il 9 marzo 1976 a Milano, segnando l’inizio di una nuova fase per il teatro italiano en travesti. Si tratta della stagione del “teatro frocio” (1976-1986) che mirava ad affermare l’omosessualità e darle voce nella società e nella cultura. La tesi propone infine un approfondimento sull’eredità lasciata da Mieli, indagando il radicale cambiamento che ha apportato nella politica, nella società, nel teatro e nella cultura coevi.