Abstract:
Il presente elaborato mira a comprendere la possibilità di esercitare una traduzione dal giapponese (lingua fonte) all’italiano (lingua d‘arrivo) in un contesto ben specifico, quale la letteratura horror giapponese, senza intaccare gli elementi tipici del genere: la suspence e il reality effect. Per l’analisi sarà necessario inquadrare la ricerca per quanto segue: un’introduzione alla teoria della traduzione moderna, partendo da una spiegazione più generale, per poi soffermarsi su quella che è la specificità della traduzione della letteratura horror giapponese. Si proseguirà con l’analisi delle possibili strategie da adoperare per la corretta trasmissione della suspence e del reality effect, in base ai concetti dettati a una delle teorie più all’avanguardia e tutt’ora mai applicate al contesto della traduzione horror dal giapponese all’italiano, quale “The Aesthetic Progression in Translation” (Qiuxia Jiang, 2008). Questo è stato poi verificato attraverso il caso di studio sul racconto breve Azuki arai, facente parte della serie Kōsetsu hyaku monogatari (1997), di Kyōgoku Natsuhiko, autore contemporaneo ampiamente riconosciuto in Giappone per le sue opere incentrate sul mystery, la yōkaigaku e l’horror. Infine, si è cercato di rispondere al principale quesito di ricerca: è possibile trasmettere la suspence dal giapponese all’italiano nonostante le divergenze culturali?; attraverso l’analisi della traduzione proposta, che tiene conto della letteratura presa in esame e in cui si spiegheranno le varie strategie adottate e le difficoltà incontrate nell’approcciarsi al prototesto.