Abstract:
Questo elaborato vuole indagare e riflettere su alcuni memoriali istituiti in ricordo della Shoah, ovvero sulle forme di memoria il cui obiettivo è la gestione e la trasmissione di questo passato.
L’analisi condotta è basata in particolare su quattro casi studio:
1) il Memoriale della Shoah di Milano, progettato da Annalisa De Curtis e Guido Morpurgo;
2) le Stolpernsteine di Gunter Demnig, con un approfondimento relativo a quelle che si trovano nella città di Venezia;
3) il Denkmal für die ermordeten Juden Europas di Berlino, progettato da Peter Eisenman;
4) il Nationaal Holocaust Namenmonument di Amsterdam, progettato da Daniel Libeskind.
Proposito della ricerca è quello di analizzare il contesto storico sotteso alla nascita di ciascun memoriale, al fine di comprendere quali siano i fattori che hanno condizionato il processo di costruzione della memoria di ognuno e determinato la sua particolare declinazione, variabile a seconda del contesto in cui si sviluppa e radica. Si è indagato inoltre sulla situazione contemporanea che contraddistingue i memoriali, quindi su quali strategie comunicative adottino per garantire la trasmissione della cultura, intesa come insieme di conoscenze storiche e valori etico-morali, derivata dalle vicende dell’Olocausto. Attraverso il confronto formale ed estetico tra i quattro casi studio e altre forme memoriali diffuse in Europa, si sono individuate infine alcune caratteristiche reiterate e riscontrabili in memoriali che poggiano su premesse differenti ma accomunati dall’obiettivo di trattare la memoria relativa alla Shoah e la riflessione dipesa da essa.
Il risultato dell’indagine pone in evidenza come l’arte, nelle sue diverse forme e modalità espressive, costituisca un mezzo privilegiato nella costruzione e trasmissione della memoria, incaricato della creazione di memoriali che commemorino il passato e lascino spazio al dialogo e al confronto per il presente e il futuro affinché la Shoah possa essere conosciuta, compresa e rielaborata.