Abstract:
Il presente elaborato è dedicato allo studio delle tecniche e della qualità della traduzione paleoslava dell’Orazione 38 “Per la Teofania” di Gregorio di Nazianzo (ca. 329-390), sulla base delle edizioni di Moreschini (per il testo greco) e di Bruni (per il testo paleoslavo). Analizzando gli aspetti sintattici e lessicali dell’opera si forniscono argomentazioni a sostegno della tesi che il giudizio sulla presunta scarsa qualità di questa versione e delle restanti traduzioni paleoslave delle Orazioni di Gregorio di Nazianzo sia da rivedere. La traduzione delle Orazioni di Gregorio rappresenta un compito estremamente complesso, in quanto esso richiede non solo un’adeguata competenza linguistica ma anche una solida conoscenza della filosofia e della teologia patristica. Un approccio analitico al testo, che proceda nella direzione tracciata da Keipert e Bruni, permette di riconsiderare gli studi che sono stati dedicati a questo problema in passato, di coglierne criticità e spunti costruttivi. Esso consente di dimostrare come l’anonimo traduttore bulgaro antico possedesse solide competenze in greco e in paleoslavo che gli consentirono di produrre un testo degno di apprezzamento per le valide soluzioni sintattiche, lessicali e stilistiche adottate.