Abstract:
Il presente scritto si pone l’obiettivo di inquadrare la concezione leopardiana dell’amore sotto molteplici sfaccettature, partendo dal presupposto che l’amore rappresentò per l’autore innanzitutto un’esperienza con valore di conoscenza.
L’analisi inizia prendendo in esame le "Memorie del primo amore", una giovanile prosa autobiografica che registra il primo innamoramento dell’io per poi rapidamente abbandonare la modalità narrativa e volgere in un trattato quasi scientifico che analizza in modo viscerale questo sentimento. Seguirà un confronto tra questa prosa diaristica e la quasi coeva elegia "Il primo amore" – dal momento che entrambe nascono a partire dalla medesima esperienza– evidenziando affinità e differenze tra i due mezzi espressivi. Si cercherà di mostrare inoltre come questo scritto così precoce anticipi delle importanti acquisizioni e riflessioni alle quali Leopardi arriverà compiutamente molti anni dopo, ad esempio il piacere per un suono ascoltato da lontano senza avere cognizione della fonte.
Altri due aspetti presi in esame saranno: la malinconia in amore – con valore principalmente strumentale – e la categoria di tempo analizzata soprattutto, ma non solo, nelle "Memorie". Si cercherà poi di ripercorrere le prove in versi che affrontano in qualche misura il tema amoroso: da "Alla sua donna" alle poesie che costituiscono il famoso "Ciclo di Aspasia". Si insisterà in particolare sul capolinea di "Aspasia", mostrando come l’uscita da un amore grande produca nel finale il raggiungimento di un particolare atteggiamento di fronte alle circostanze della vita: il titanismo o l’agonismo leopardiano.
La trattazione assumerà poi uno sguardo più disteso: si utilizzerà la categoria amore per comprendere gli effetti di questo sentimento proiettato sull'umanità.