Abstract:
La presente ricerca ha lo scopo di fornire una panoramica dell’insegnamento e dell’apprendimento dell’italiano come lingua straniera in Russia, all’interno del segmento accademico. Lo studio della nostra lingua, a livello superiore, vanta una tradizione consolidata che risale all’epoca di Pietro il Grande e non ha mai conosciuto interruzioni, nemmeno in epoca sovietica, nella quale i rapporti con l’occidente erano fortemente limitati.
Nello specifico, sono due le domande sulla quale si è sviluppata questa indagine. La prima, mira a rintracciare le difficoltà di apprendimento della lingua italiana a livello: ortografico, fonetico, lessicale, morfosintattico, semantico, pragmatico e interculturale da parte di gruppi di studenti russofoni, che costituiscono gruppi monolingui e monoculturali. A livello speculare, anche le criticità legate all’insegnamento. La seconda domanda riguarda la percezione dell’efficacia dell’approccio e del metodo d’insegnamento, ancora a forte vocazione formalistica e traduttiva. In considerazione di alcuni fattori determinanti, come: l’età e la motivazione degli apprendenti, la disponibilità e varietà di strumenti digitali, le richieste del mondo professionale e lavorativo nel quale lo sviluppo della competenza comunicativa e interculturale ha un ruolo chiave.
Il paradigma di tipo qualitativo e il metodo dello studio di caso costituiscono il quadro metodologico di riferimento. Gli strumenti di ricerca ai quali si è fatto ricorso sono: le interviste semi-strutturate e i questionari. Nel tentativo di raggiungere quanti più informant possibili, questi ultimi sono stati somministrati online. Sono stati coinvolti nell’indagine sia docenti sia studenti di cinque università moscovite, alcune a vocazione linguistica, altre riconducibili all’area economica, amministrativa e delle relazioni internazionali.
Alla luce dei dati emersi attraverso la raccolta e la processazione, avvenuta con l’ausilio del software NVivo, è possibile dare un’interpretazione e una risposta ai quesiti di partenza, senza la pretesa di poter generalizzare i dati, vista la natura qualitativa del lavoro.