Abstract:
La presente tesi si focalizza sul tema del ritratto, considerato a partire dal Museo, la villa fortemente voluta dallo storico comasco Paolo Giovio. In esso, la dinamica mnemotecnica sottesa alla costruzione dell’edificio si esplica mediante due principali elementi: le imprese, quali “ritratti dell’anima”, e i ritratti fisici, fisiognomici, quali volti della storia universale di cui il Giovio si fece acuto interprete e narratore. Entrambi caratterizzati da un “nodo sapiente” che lega vicendevolmente parola e immagine, essi diventano, quindi, occasione per indagare l’Alterità Musulmana entro l’opera gioviana. In particolare, l’attenzione è circoscritta a un nucleo di ritratti di Sultani Ottomani inclusi negli Elogia virorum bellica virtute illustrium veris imaginibus supposita, quae apud musaeum spectantur (Firenze 1551) del Giovio. Essi sono immagini di Ottomani la cui identità viene, tuttavia, definendosi grazie al “contrappeso” persiano. Considerazioni finali, queste, ancora volte a un mondo cavalleresco e a un Islam di cui Giovio riconosce opportunamente la pluralità.