Abstract:
L'essenza dell’opera di Wallace è la volontà di superare l’insopportabile sofferenza della vita. Ma Wallace non riuscì mai a trovare la risposta che cercava. Ciò che imprigionò Wallace imprigiona l’intera nostra cultura, ed è questo il grande valore della sua opera: la profondità del suo fallimento ci spinge a riconsiderare la nostra interpretazione del mondo. In Wallace vediamo che l’Esistenzialismo – nello specifico: la fede nel libero arbitrio – rende le insopportabili sofferenze del solipsismo e dell'antagonismo necessarie e non alleviabili. Per dimostrare ciò, la tesi analizza “la Contraddizione Esistenzialista” (l'impossibilità di affermare il libero arbitrio e un'etica della compassione) che pervade l’opera di Wallace, riferendosi ai grandi Esistenzialisti del passato (Heidegger, Camus, Nietzsche, Dostoevskij…); affermando che l’Esistenzialismo appartiene all'essenza del Neoliberismo (Giddens, Bauman…); che l'Esistenzialismo è una manifestazione della tecnica – la logica che guida la nostra civiltà ed esige che l’insopportabile sofferenza (Severino…); che Wallace appartiene a una storia millenaria di artisti che considerano la letteratura come via della verità (Eschilo, Tolstoj, Sartre…), e che tale ipotesi non è mai stata smentita, nonostante i molteplici tentativi al riguardo (Russell e Goodman, Lamarque e Olsen…). L'obiettivo finale è affrontare le nostre convinzioni fondamentali, insieme a Wallace, e metterle in discussione. Questa ricerca è ancora in corso.