Abstract:
Questo elaborato propone una rilettura della performance teatrale elaborata da Terayama Shūji (1935-1983) secondo i precetti elaborati da Judith Butler (1956-) circa la performance sovversiva del queer. Terayama fu un artista eclettico, poliedrico nonché decisamente sovversivo e irriverente nei confronti degli standard artistici (e sociali) in vigore nel Giappone anni sessanta e settanta. Judith Butler ha elaborato la teoria sulla performatività di genere che ha permesso di svelare il carattere convenzionale e illusorio dell’etero-normatività, andando a legittimare e rendere eque altre interpretazioni disponibili che esulano dalla norma. Certamente Butler approccia la sua riflessione dal punto di vista sessuale, eppure la sua teoria è stata applicata a diversi campi di studi perché, sostenendo che la realtà si costruisce discorsivamente (da cui il carattere performativo), in sostanza, punta a decostruire i preconcetti e le rigidità in qualunque aspetto della società ove vi siano discriminazioni e rigetto di certi soggetti.
Il teatro di Terayama e della sua compagnia, il Tenjō Sajiki, è decisamente di carattere sovversivo rispetto la norma drammatica del Giappone contemporaneo e quindi sembra possibile una rilettura della performance d’avanguardia di questo artista in termini di sovversione queer.
La tesi si articola in quattro capitoli: il primo argomenta il quadro storico del Giappone negli anni sessanta e settanta del secolo scorso, il secondo offre il quadro teatrale degli stessi anni, il terzo si incentra sulla figura e il teatro di Terayama, evidenziandone il carattere rivoluzionario, e in ultimo, il quarto capitolo espone la teoria di Butler per poi offrire la rilettura suddetta del teatro di Terayama sulla base dei concetti appena esposti.