Abstract:
La tesi parte dall'interrogativo su come venga costruito lo spazio per rappresentare la città di Alessandria d’Egitto, luogo del caos, nelle opere liriche Thaïs, Maria Egiziaca e Maria d’Alessandria, opere diacroniche legate dal file rouge della redenzione della cortigiana (alessandrina). Viene affrontato lo studio dello spazio inteso nella sua dimensione librettistica, musicale e scenografica. La prima parte della tesi analizza le tre opere, di cui due poco note, collocandole storicamente e musicalmente, offrendone l’analisi musicale e librettistica e mostrando alcuni documenti – finora sconosciuti – utili per comprendere la collocazione storica, ovvero il periodo fascista in cui si collocano le opere di Respighi e di Ghedini. Per l’opera di Massenet si è analizzata la seconda edizione dell’opera impiegando lo stesso approccio metodologico attuato per le opere degli italiani.
La seconda parte si concentra sulla rappresentazione di Alessandria d’Egitto nelle opere attraverso l’eterotopia della nave (Maria Egiziaca e Maria d’Alessandria) e nell’entità ‘teatro’ (Massenet). Dopo aver individuato alcuni parametri per la definizione dello spazio, si opera un confronto delle opere con i capolavori del periodo corrispondente e si definiscono gli spazi. La tesi è corredata di una appendice iconografica ove sono presenti i materiali scenici quali fotografie, piantazioni, libretti per la messa in scena e figurini, di utile ausilio per la collocazione scenico-spaziale.