Abstract:
La tesi si propone di indagare la ricezione della letteratura tedesca del Barocco negli anni ‘20 e ‘30 del XX secolo analizzando la rilettura delle opere e del pensiero seicenteschi da parte di Walter Benjamin, Bertolt Brecht e Alfred Döblin. In particolare si intende soffermarsi sulle modalità di appropriazione di quest’epoca letteraria da parte di tre autori legati alle avanguardie novecentesche e promotori, in maniera propria e peculiare, di un nuovo tipo di estetica, fortemente critica rispetto al pensiero conservatore e per questo rivoluzionaria. Partendo dal presupposto che ogni forma di ricezione porta con sé una riflessione sul proprio tempo, si cercherà di definire il legame tra la riscoperta del Barocco e le proposte di Benjamin, Brecht e Döblin per una letteratura capace di rispondere alle esigenze della modernità.
Dopo un’analisi del passaggio dall’epoca barocca a quella dell’Illuminismo e delle sue implicazioni filosofiche e letterarie, si passerà ad esaminare la ricezione novecentesca della Frühe Neuzeit e, nel dettaglio, l’interesse dei tre autori di riferimento per la letteratura di quel periodo. Verranno approfonditi il pensiero benjaminiano e le teorie su teatro e romanzo epico di Brecht e di Döblin, e attraverso l’analisi di opere come “Der Ursprung des deutschen Trauerspiels”, “Die sieben Todsünden der Kleinbürger”, “Mutter Courage und ihre Kinder”, “Wallenstein” e “Berlin Alexanderplatz”, si mostrerà come la riscoperta del Barocco, la critica alla tradizione e l’intento riformatore si sviluppino parallelamente.