Abstract:
Nel mutamento del quadro teatrale sulla scena comica veneziana di metà Settecento, la critica ha sostanzialmente visto l’esito della riforma goldoniana, ma, senza nulla togliere al ruolo essenziale di Goldoni, il rapporto potrebbe essere invertito, ponendo il profondo rinnovamento drammatico a partire dall’impresa e dalla concorrenza teatrale, dalla capacità del poeta di affermarsi come ‘autore di commedie’, di reagire e di progettare con prontezza sul campo, e anche, non secondariamente, dalla linfa offerta dal dilagante modello del romanzo moderno; questo quadro, inoltre, si sviluppa in rapporto con la tradizione repertoriale, a segnare non una rottura, ma una progressiva rigenerazione dal suo interno.
Sulla base di tali premesse, la ricerca desidera comprendere ‘perché’ la commedia romanzesca emerga con tanto successo proprio durante gli anni più significativi del rinnovamento comico veneziano (1748-1753), cercando di chiarire quali siano state le imprescindibili spinte, intestine al sistema, che hanno saputo forgiare la proposta drammatica di Carlo Goldoni in primis e di Pietro Chiari di conseguenza. Nella prima parte della tesi (Il contesto impresariale) si esaminano le principali vicissitudini dell’imprese teatrali comiche veneziane, ovvero dell’impresa Medebach-Goldoni al Sant’Angelo, di quella Vendramin al San Luca, per concludere con quella Grimani al San Samuele e San Giovanni Grisostomo. Mentre la seconda (Il testo romanzesco) propone l’analisi e il confronto dell’elemento romanzesco in alcune opere di Pietro Chiari (Il Dittico di Marianna) e di Carlo Goldoni (Pamela, I due gemelli veneziani, L’Incognita, L’Avventuriere onorato e Il bugiardo).