Abstract:
Nel panorama storico-artistico italiano del Novecento, la figura di Sergio Bettini (1906-1986) bizantinista attivo tra gli anni '30 e '70 all'Università di Padova, spicca per un'ampiezza e eterogeneità di interventi su diversi fronti della cultura artistica. Considerando l'attitudine teorica come uno dei tratti caratterizzanti lo stile dello storico d'arte, la ricerca affronta le innovatrici attenzioni che Bettini ha dedicato al problema del metodo critico attorno a due paradigmi artistici: l'arte tardoantica e quella contemporanea, interrogate a partire dalla questione dell'emancipazione rispetto alla normatività del "classico" e globalmente intese come affermazioni della temporalità nel fare artistico. Attraverso l'analisi di un corpus di documenti inediti provenienti dall'Archivio Sergio Bettini conservato all'Università Ca' Foscari di Venezia, si è cercato da una parte di delineare le fonti filosofiche e storiografiche di Bettini a cominciare dal periodo giovanile (in seno all'idealismo italiano e alla "Scuola di Vienna") fino alla maturità (tra fenomenologia e strutturalismo), e dall'altra a evidenziare la propria via che lo storico dell'arte ha tracciato tra queste opzioni teoriche, profilando un metodo critico la cui coerenza interna è fondata sulla dialettica tra forma ed evento.