Abstract:
Cos'è il "Pictorial Turn"? Il seguente elaborato analizza la produzione scientifica di uno dei padri fondatori dei visual studies americani, W.J.T. Mitchell, al fine di sottolineare i prodromi di questa elaborazione ed evidenziarne gli esiti.
Partendo dallo studio dell'arte "composita" di William Blake, Mitchell si è interrogato sul rapporto tra parola e immagine, l'"imagetext", appoggiandosi alla semiotica di Charles Pierce e allo studio dei linguaggi di Goodman, nonché allo storico dell'arte Gombrich e al filosofo Lessing.
L'esito è che stiamo vivendo un "Pictorial Turn", che non è solamente una constatazione del fatto che esistono sistemi di simboli che non adottano il linguaggio come paradigma di significato, ma la consapevolezza che esistono epoche nella storia dell'umanità in cui l'immagine è entrata prepotentemente e, forse, anche consapevolmente nella vita degli uomini. L'attenzione per l'immagine del filosofo Ludwig Wittgenstein e la scienza (iconologia) di cui Panofsky è il massimo esponente, hanno reso l'immagine un campo di studio particolarmente variegato.
La differenza tra "image" e "picture" è fondamentale per comprendere che l'immagine non si esaurisce nel supporto ma regna altrove nella nostra coscienza tanto da suscitare reazioni psicologiche e da diventare entità a sé stante al punto di chiederci: "what do pictures want?".
Guardando le immagini come entità sovralinguistiche, la nostra alfabetizzazione di fronte a esse veicola verso un'analisi del reale e dell'attualità non mediata solamente dal linguaggio ma altrettanto efficace e autentica.