Le spectacle de la dévotion : le sanctuaire de la Madone des Grâces de Mantoue: Image votive et représentation (XV-XVII siècles)

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dc.contributor.advisor Gentili, Augusto it_IT
dc.contributor.author Motta, Valeria <1979> it_IT
dc.date.accessioned 2017-10-03 it_IT
dc.date.accessioned 2019-01-25T08:56:08Z
dc.date.issued 2017-11-04 it_IT
dc.identifier.uri http://hdl.handle.net/10579/13462
dc.description.abstract La mia ricerca si propone di ampliare la nostra conoscenza dei processi di produzione dell’immagine votiva attraverso lo studio di un insieme unico di ex-voto scultorei custodito all’interno del santuario della Madonna delle Grazie di Curtatone, situato a pochi chilometri dalla città di Mantova. Lo straordinario complesso votivo che si può ammirare all’interno è costituito da cinquantatre effigi che rappresentano il votante a grandezza naturale, la maggior parte delle quali databili al XVI secolo, policrome, polimateriche, accompagnate da attributi e accessori reali (come vestiti, corde, oggetti per la devozione…) e sistemate all’interno di nicchie entro un’impalcatura lignea completamente ricoperta da ex-voto anatomici in cera disposti in modo decorativo. L’impalcatura, che risale al secondo decennio del ‘500, è opera di alcuni frati minori osservanti che abitavano, all’epoca, il convento attiguo al santuario. C’è un’evidenza suggestiva che lega queste effigi a quelle della tradizione fiorentina, documentate da Aby Warburg all’inizio del secolo scorso in un saggio sul ritratto nella Firenze medicea posto a confronto con le statue in cera a grandezza naturale (bòti) che venivano nello stesso periodo collocate come ex-voto nella cappella della SS. Annunziata (A. Warburg “Bildnistkunst und florentinishes Bürgertum”, Gesammelte Shriften, Berlin 1932). Warburg fu il primo a riconoscere in queste sculture, che univano al corpo di cera con ossatura lignea capelli e vestiti veri, la massima manifestazione dell’urgenza umana di avvicinare il sacro in forma tangibile. Lo straordinario insieme oggi perduto delle effigi dell’Annunziata si trova documentato in numerosi testi del quindicesimo e sedicesimo secolo che registrano un’interessante convergenza di discorsi culturali legati al topos della mimesis. I documenti relativi ai bòti dell’Annunziata e ad altre rare testimonianze di questa pratica in Italia sono quindi posti a confronto con le caratteristiche tecniche delle effigi votive di Curtatone. Quest’analisi permette di affermare come non si tratti propriamente di rappresentazioni tridimensionali della figura umana ma di oggetti costituiti fisicamente dal legame votivo con il donatore (diverse effigi sono realizzate su calco) e che impongono interrogativi complessi.Una riflessione sugli aspetti antropologici di queste effigi non può non prendere in considerazione un elemento fondamentale che presiede al modo di costruire e di usare questi oggetti: l’ambiguità della raffigurazione da un lato e dall’altro il concetto di verosimiglianza, che permea la società europea occidentale di quel periodo.Oltre alle effigi votive, il mio lavoro prende in analisi anche gli altri elementi costitutivi del santuario di Curtatone: la scenografica impalcata lignea in cui sono collocate le sculture, la decorazione costituita da centinaia di ex-voto cerei in essa affissi, le iscrizioni rimate che accompagnano le effigi votive, l’affresco floreale della copertura a volte del santuario. La portata del mio lavoro è di dimostrare come questo scenario votivo, presenti una dimensione che va ben aldilà della semplice illustrazione del miracolo. Il dispositivo votivo delle Grazie ci obbliga a considerare la dimensione plurale e dinamica propria alle immagini, che concerne il ruolo attivo della rappresentazione nelle pratiche devozionali di questo periodo, la capacità che queste sculture hanno di provocare sull’osservatore un forte richiamo all’identificazione, e la funzione di queste immagini all’interno di una rete complessa di relazioni sociali e scambi simbolici che rinviano al contesto di committenza relativo al santuario: l’ordine francescano e la famiglia Gonzaga. it_IT
dc.language.iso fr it_IT
dc.publisher Università Ca' Foscari Venezia it_IT
dc.rights © Valeria Motta, 2017 it_IT
dc.title Le spectacle de la dévotion : le sanctuaire de la Madone des Grâces de Mantoue: Image votive et représentation (XV-XVII siècles) it_IT
dc.title.alternative it_IT
dc.type Doctoral Thesis it_IT
dc.degree.name Storia antica e archeologia it_IT
dc.degree.level Dottorato di ricerca it_IT
dc.degree.grantor Dipartimento di Studi Umanistici it_IT
dc.description.academicyear Sessione recupero cotutela 24 ciclo it_IT
dc.description.cycle 24 it_IT
dc.degree.coordinator Sperti, Luigi it_IT
dc.location.shelfmark D001832 it_IT
dc.location Venezia, Archivio Università Ca' Foscari, Tesi Dottorato it_IT
dc.rights.accessrights openAccess it_IT
dc.thesis.matricno 955774 it_IT
dc.format.pagenumber 2 v. (305 p. : 306-478 p. : ill.) it_IT
dc.subject.miur L-ART/02 STORIA DELL'ARTE MODERNA it_IT
dc.description.note Cotutela con l'École des hautes études en science sociales, Paris, École doctorale Histoire et civilisations it_IT
dc.degree.discipline it_IT
dc.contributor.co-advisor Careri, Giovanni it_IT
dc.provenance.upload Valeria Motta (955774@stud.unive.it), 2017-10-03 it_IT
dc.provenance.plagiarycheck Augusto Gentili (augustogentili@unive.it), it_IT


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