Decentering gagaku: exploring the multiplicity of contemporary Japanese court music

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dc.contributor.advisor Ruperti, Bonaventura it_IT
dc.contributor.author Giolai, Andrea <1986> it_IT
dc.date.accessioned 2016-09-12 it_IT
dc.date.accessioned 2019-01-25T08:56:06Z
dc.date.issued 2017-05-03 it_IT
dc.identifier.uri http://hdl.handle.net/10579/13459
dc.description.abstract Il gagaku occupa una posizione apparentemente paradossale in un mondo dominato dal polso sempre più accelerato della musica commerciale. Troppo spesso ridotta ai suoi controversi rapporti con lo Shinto e con la famiglia imperiale, quest’antica arte performativa è al centro di una recente “esplosione silenziosa”: al di là della sua semplicistica equiparazione alla ‘musica di corte giapponese’ esiste infatti un’intera rete di praticanti appassionati, accesi dibattiti accademici e inattese connessioni con pressanti questioni politiche e ambientali. Questa tesi rintraccia la genealogia del gagaku di oggi, esplora alcuni legami nascosti tra le sue varie manifestazioni, e decentra lo studio di questo inafferrabile e irriducibile oggetto multiplo. Il Capitolo 1 lega varie modalità d’indagine del gagaku, dagli antichi trattati ai più recenti libri divulgativi, dagli approcci musicologici alle ricostruzioni di un passato sonoro dimenticato. Ciò che caratterizza queste modalità di rappresentazione è una sorta di straripamento reciproco -l’ostinato rimescolarsi di modi diversi di produrre conoscenza. Il Capitolo 2 si concentra sui decenni successivi alla restaurazione Meiji del 1868, e dimostra che alla fine del diciannovesimo secolo esso era intrecciato a progetti che rimescolavano tradizione e modernità. Col tempo, il gagaku fu percepito come la materializzazione sonora di politici e sociali, ma questo non fu che il risultato di un processo selettivo che enfatizzò solo alcune risonanze e mise a tacere alternative soniche divergenti. Il Capitolo 3 considera i gruppi locali attivi in un’area tra Kyoto, Osaka e Nara rinominata ‘il triangolo del gagaku’ e analizza come questi furono in grado di mantenere vive le proprie tradizioni nonostante i profondi mutamenti sociali prodotti dallo spostamento della capitale a Tokyo. Le loro storie moderne dimostrano che questi gruppi sfruttarono le relazioni con istituzioni locali, assicurandosi un futuro ancorandolo a particolari ricostruzione del passato. Così, l’emergenza della figura del ‘moderno appassionato di gagaku’ si deve a reazioni locali alla centralizzazione della musica di corte. Attraverso un resoconto etnografico delle attività del gruppo Nanto gakuso di Nara, il Capitolo 4 esplora come si diventa appassionati di questo genere oggi. Analizzando la struttura del gruppo, il concetto di “comunità di pratica” è reinterpretato sulla base dell’interpretazione ontologica del concetto di pratica proposta da Annemarie Mol. Il capitolo propone un’ontologia vibrazionale con cui ripensare l’osservazione partecipante, enfatizzando la tangibilità del gagaku e le sue risonanze con e attraverso il corpo. Tale passaggio dall’intangibile al tangibile è al centro del Capitolo 5, che presenta il dibattito sulla costruzione di un tratto autostradale a Udono, una piccola città tra Kyoto e Osaka in cui sono prodotte le ance di uno degli strumenti dell’ensemble del gagaku. Qui i discorsi sulla salvaguardia dell’ambiente e del gagaku sono intimamente intrecciati. A una ‘politica dell’intangibile’ che ritrae la musica di corte come una ‘specie in via d’estinzione’ viene contrapposta un’altra prospettica, in cui la materialità del gagaku non è scissa dalle sue qualità sonore. Scivolando attraverso varie ‘scale’ di grandezza (storica, sociologica, etnografica, ontologica, materiale) questa tesi propone un nuovo paradigma per lo studio del gagaku, in cui la sua complessità viene affrontata per mezzo di un immaginario che rimanda alla fluidità e alla vibrazionalità del reale. Inoltre, essa mostra che straripamenti, eterogeneità e eccentricità sono gli elementi primari di quella forza interstiziale che mantiene la ‘musica giapponese di corte’ in uno stato di continuo divenire, sottraendola alle definizioni, facendole rifuggire la singolarità, incoraggiando il suo stesso cambiamento. it_IT
dc.language.iso en it_IT
dc.publisher Università Ca' Foscari Venezia it_IT
dc.rights © Andrea Giolai, 2017 it_IT
dc.title Decentering gagaku: exploring the multiplicity of contemporary Japanese court music it_IT
dc.title.alternative it_IT
dc.type Doctoral Thesis it_IT
dc.degree.name Lingue e civilta' dell’Asia e dell’Africa mediterranea it_IT
dc.degree.level Dottorato di ricerca it_IT
dc.degree.grantor Dipartimento di Studi sull'Asia e sull'Africa Mediterranea it_IT
dc.description.academicyear Proroghe annuali 28 ciclo it_IT
dc.description.cycle 28 it_IT
dc.degree.coordinator Squarcini, Federico it_IT
dc.location.shelfmark D001850 it_IT
dc.location Venezia, Archivio Università Ca' Foscari, Tesi Dottorato it_IT
dc.rights.accessrights openAccess it_IT
dc.thesis.matricno 809041 it_IT
dc.format.pagenumber XXXI, 254 p. : ill. it_IT
dc.subject.miur L-OR/22 LINGUE E LETTERATURE DEL GIAPPONE E DELLA COREA it_IT
dc.description.note Cotutela con Leiden University, Institute for Area Studies it_IT
dc.degree.discipline it_IT
dc.contributor.co-advisor Cwiertka, Katarzyna Joanna it_IT
dc.provenance.upload Andrea Giolai (809041@stud.unive.it), 2016-12-13 it_IT
dc.provenance.plagiarycheck Bonaventura Ruperti (ruperti@unive.it), it_IT


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