Femminilità ri-viste: Otona no tame no zankoku dōwa (1984) di Kurahashi Yumiko

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dc.contributor.advisor Moro, Daniela it_IT
dc.contributor.author Lorenzetto, Alessia <1992> it_IT
dc.date.accessioned 2018-06-20 it_IT
dc.date.accessioned 2018-12-03T06:18:14Z
dc.date.available 2018-12-03T06:18:14Z
dc.date.issued 2018-07-09 it_IT
dc.identifier.uri http://hdl.handle.net/10579/13028
dc.description.abstract L’obiettivo di questo elaborato è tracciare un’analisi della rappresentazione delle figure femminili all’interno della raccolta Otona no tame no zankoku dōwa (大人のための残酷童話, Fiabe crudeli per adulti, 1984) di Kurahashi Yumiko. Il corpo centrale della tesi è formato da tre capitoli, rispettivamente dedicati all’analisi delle fiabe Ningyo no namida (人魚の涙, Le lacrime della sirenetta, ispirato a La sirenetta di Hans Christian Andersen), Shirayuki hime (白雪姫, Biancaneve, ispirato all’omonima favola dei fratelli Grimm) e Aru koi no monogatari (ある恋の物語, Una storia d’amore, ispirato alla fiaba Barbablù di Charles Perrault e al mito di Eros e Psiche). In particolare si cercherà di raffrontare le tematiche delle fiabe originali con le rispettive riscritture di Kurahashi alla luce di un saggio scritto dall’autrice nel 1960 intitolato Watashi no ‘daisan no sei’ (私の「第三の性」, Il mio ‘terzo sesso’), basato sull’opera Le Deuxième Sexe (Il secondo sesso) di Simone de Beauvoir, in cui Kurahashi espone le sue idee riguardo alla condizione della donna. Lo scopo della ricerca è dimostrare come l’autrice riesca, attraverso la sua rielaborazione dei personaggi femminili, a superare, nella sua narrativa, quella che veniva considerata la canonica divisione fra i generi nella società giapponese dell’epoca: una retorica che vedeva ancora le donne come “buone mogli e sagge madri”, come proposto dagli slogan promulgati dal governo Meiji. Una visione maschilista che ha continuato a permeare la società giapponese anche negli anni di produzione artistica di Kurahashi, nonostante i tentativi di riforma nel secondo dopoguerra e le lotte per raggiungere l’emancipazione femminile. Il mio scopo è dimostrare come l’autrice riesca, attraverso la sua rielaborazione dei personaggi femminili, a superare, nella sua narrativa, quella che veniva considerata la canonica divisione fra i generi nella società giapponese dell’epoca: una retorica che vedeva ancora le donne come “buone mogli e sagge madri”, come proposto dagli slogan promulgati dal governo Meiji. Una visione maschilista che ha continuato a permeare la società giapponese anche negli anni di produzione artistica di Kurahashi, nonostante i tentativi di riforma nel secondo dopoguerra e le lotte per raggiungere l’emancipazione femminile. it_IT
dc.language.iso it it_IT
dc.publisher Università Ca' Foscari Venezia it_IT
dc.rights © Alessia Lorenzetto, 2018 it_IT
dc.title Femminilità ri-viste: Otona no tame no zankoku dōwa (1984) di Kurahashi Yumiko it_IT
dc.title.alternative Femminilità ri-viste: Otona no tame no zankoku dōwa (1984) di Kurahashi Yumiko it_IT
dc.type Master's Degree Thesis it_IT
dc.degree.name Lingue e civiltà dell'asia e dell'africa mediterranea it_IT
dc.degree.level Laurea magistrale it_IT
dc.degree.grantor Dipartimento di Studi sull'Asia e sull'Africa Mediterranea it_IT
dc.description.academicyear 2017/2018, sessione estiva it_IT
dc.rights.accessrights openAccess it_IT
dc.thesis.matricno 838621 it_IT
dc.subject.miur L-OR/22 LINGUE E LETTERATURE DEL GIAPPONE E DELLA COREA it_IT
dc.description.note it_IT
dc.degree.discipline it_IT
dc.contributor.co-advisor it_IT
dc.subject.language GIAPPONESE it_IT
dc.date.embargoend it_IT
dc.provenance.upload Alessia Lorenzetto (838621@stud.unive.it), 2018-06-20 it_IT
dc.provenance.plagiarycheck Daniela Moro (daniela.moro@unive.it), 2018-07-02 it_IT


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