Abstract:
Questa ricerca si pone sulla linea rossa rintracciabile dall’Unesco’s First Worldwide Arts Education Conference di Lisbona(2006), passando per il report Eurydice, Arts and Cultural Education at School in Europe(2009) fino all’Unesco’s Second World Conference on Arts Education di Seul(2010) dove si evince, sulla scia di ricerche riguardanti le 21st century skills e le 4C(creativity, collaboration, communication, critical thinking), come, nonostante il “media”, il processo d’insegnamento fosse ancora l’elemento determinante, meritevole di maggiori indagini. Una sperimentazione disciplinare che, come sottolineato dall’OCSE nel recente testo Art for Art’s Sake(2013), deve essere al contrario indagata più nel profondo. In tutti questi report, sorgevano generalmente tre diverse classi di problematiche:
1) Coniugare l’attitudine a preservare e tramandare la propria tradizione insieme al dialogo democratico, necessario in una società multiculturale;
2) La difficoltà nella sperimentazione di metodologie attive nel contesto di apprendimento in quanto gli stakeholder, nel campo dell’Arts Education, prediligono pratiche di insegnamento trasmissive basate su imitazione e ripetizione;
3) Il problema della replicabilità e comparazione delle sperimentazioni all’interno di contesti differenti.
Scopo di questa ricerca, dopo aver delineato i tre assi della genealogia dell’educazione musicale (ethos, sophia e téchne), lo spazio epistemologico disciplinare ed il quadro teorico e metodologico di riferimento, è quello di indagare il processo creativo, critico-riflessivo, comunicativo e collaborativo, intesi non come outcomes o transfer skills, bensì come indicatori di capacitazione. Il tentativo è di arrivare a formulare una prassi didattica che, basandosi sul framework del Capability Approach, superi le criticità insite nell’educazione musicale: standardizzazione delle finalità, rischio esclusione, incapacitazione e credenza ontologica di transfer skills.
A tal proposito verranno analizzati, tramite strumenti sia quantitativi che qualitativi, tre contesti di apprendimento formale (Italia, Irlanda), valutando le differenze di processo incorrenti tra una prassi d’insegnamento/apprendimento sperimentale, poggiata su un approccio enattivo che vede l’insegnante nella veste di “facilitatore critico-riflessivo”, ed una metodologia trasmissiva (Master-Apprentice), considerata “tradizionale”.