"Essays in contextualising theories: a work in progress" è il lavoro di sintesi sulla mia pratica antropologica, strutturata attorno al fieldwork condotto in Siria nel 2010, occasione per un’articolata teorizzazione di alcuni elementi fondanti la rappresentazione antropologica in generale e quella visiva nello specifico. A partire da un esteso confronto tra una semiotica della parole e quella della langue, suggerisco un’epistemologia post-strutturalista
attraverso l’analisi del celebre confronto tra Chomsky e Foucault. Infine, traduco questi approcci all’interno di un uso innovativo dell’elemento visivo prendendo come case study il più celebre lavoro di Gardner, Forest of Bliss. L’ultima sezione è la contestualizzazione del mio lavoro di fieldwork con la presentazione del fotoreportage. Le conclusioni sono qui intese come un temporaneo lavoro di
sintesi più che un risultato definitivo: a questo infatti fa riferimento il sottotitolo che, richiamandosi all’Opera Aperta di
Eco e all’incompiuto di Lyotard come metafore epistemologiche, articola la piattaforma teorica che intendo usare nella mia prossima pratica di fotografo professionista.
"Essays in contextualising theories: a work in progress" is my theoretical synthesis on the anthropological practice as derived from my photographic fieldwork on the hawza in Syria during Spring 2010. From a juxtaposition between a langue-based and a parole-based semiotics, I move into a more comprehensive stance as framed through the famous discussion between Chomsky and Foucault on Dutch TV. I then re-arrange the results to support a visuallycentred idea of visual anthropology, as derived from a thoroughly assessment of the most celebrated work by Gardner, Forest of Bliss. I finally contextualizes ethnographically my own photo essay on the hawza. Final considerations are here intended as a temporary assessment
rather than a comprehensive outlook. This hints to the subheading of my title as a work in progress and both refers to Eco’s
seminal The Open Work and to the 'un-resolved’, as an epistemological metaphor for Lyotard’s post-modern condition:
these final considerations is what I aim to test once back into my professional activity as photojournalist.