Ho condotto il mio studio alla ricerca dell’”Italiano neutro”, di quella lingua unitaria, nazionale, standardizzata, modello alle realizzazioni regionali e individuali.
Il percorso è stato di tipo storico: dall’unità d’Italia ai giorni nostri ho rintracciato le più significative tappe di questo dibattito culturale (componente imprescindibile della questione della lingua) in relazione ai programmi scolastici, tra teorie e inadempienze. La prima parte dello studio è stata incentrata sulla dicotomia lingua comune-dialetti, mentre la seconda e più recente trattazione ha visto contrapposte le due realtà dell’italiano neutro e degl’italiani regionali. Il dibattito culturale ha dimostrato un interesse sempre desto nei confronti d’un modello linguistico per la lingua parlata, tracciando una storia “geometrica” dal “punto” fiorentino, all’”asse Roma-Firenze”, passando per il “triangolo” settentrionale, fino alle recenti teorie del “centro geofonico”.
Nella scuola ho rintracciato una serie d’opportunità mancate riguardo a un’efficace politica linguistica strutturata sulla dimensione parlata e non piuttosto sulla lingua scritta e grammaticale.
I have done my paper in quest of “neutral Italian”, that national, standard, unitary language which is a model for all regional and individual variations. I have dealt with the topic historically : I have singled out the most meaningful stages of this cultural debate (an essential component of the matter of the Italian language) examining school curricula, theories and lack of implementation. The first part of my paper focuses on the dichotomy between plain language and dialect while the second part deals with the contrasting realities of “neutral Italian” and “regional Italians”
The cultural debate has shown the existence of continuing interest in a linguistic model for the spoken language tracing a sort of “geometrical” history of the language, going from the Florentine hub, to the “ Florence-Rome axis” and then to the “ northern triangle” finally to get to the most recent theories about the “geophonic centre”. As regards the school world I have detected the lack of an efficacious, structured linguistic policy on the spoken language other than on the written and the grammatical one.