Il nostro studio si è focalizzato sulla seconda generazione della comunità cinese di
Prato, presente sul territorio da ormai diversi decenni. Sono stati presi in esame cinque studenti bilingui consecutivi, di cui due della primaria e tre della secondaria di primo grado. È stata quindi condotta un'analisi quantitativa e qualitativa relativamente al comportamento linguistico, agli atteggiamenti verso il bilinguismo e alla competenza linguistica sia in italiano che in cinese. Sulla base della sistematicità degli errori è stato possibili identificare le preposizioni come domini vulnerabili dell'italiano; gli articoli e i pronomi diretti costituiscono invece domini meno vulnerabili. Per quanto riguarda, infine, la competenza linguistica in cinese, abbiamo rilevato un'alta frequenza di errori nel sistema dei classificatori; tale fenomeno è probabilmente legato ad una variabile sociolinguistica presente nel
cinese moderno parlato e scritto. In conclusione, tutti i soggetti della ricerca risultano dominanti in italiano, ma il forte
sostegno e l'uso costante delle lingue della comunità – dialetto e putonghua – hanno
impedito fenomeni di shift linguistico che riteniamo non avverranno nemmeno nelle
generazioni future, grazie anche allo sviluppo di un atteggiamento molto positivo
verso il bilinguismo.
Researches surrounding bilingual and multilingual children have found differences in terms of age of language acquisition onset and the sociolinguistic context in which the languages are spoken. These variables provided the base for the distinction between simultaneous and sequantial bilingual children whose bilingualism differs in terms of
acquisition patterns and rates of the languages, as well as proficiency levels in each language. This study focused on the Chinese-second generation sequential bilingual children born in Italy and living in the city of Prato, which has been invested from a relevant phenomenon of Chinese immigration since the nineties.
Five Chinese-Italian speaking children from primary and secondary school were investigated. Their language behaviour and attitude, and oral and written proficieny in
Italian, as well as oral proficiency in Chinese, were measured quantitatively and
qualitatively. Based on frequency of errors in Italian, we identified the Italian prepositions as vulnerable domains, and articles and pronouns as less vulnerable domains. As far as the Chinese proficiency level is concerned, we found that students made errors in the grammar domain of classifiers; the phenomenon can be related to a similar sociolinguistic pattern that has been registered in oral and written modern Chinese. In conclusion, the analysis of the data reveals that all the children investigated are dominant in Italian, but the community languages – dialect and putonghua - are still strongly sustained in the community itself. This has consequences on the development of a postive attitude towards bilingualism.