Abstract:
La ricerca ha lo scopo di esaminare le strategie e contenuti letterari che Virgilio Piñera propone nei suoi testi e che, in vita, hanno avuto per lo più una ricezione negativa. Le sue opere sono state recepite come una rottura ‘intellettuale’ all’interno della teleologia insulare, di matrice religiosa e mitologica, proposta dal gruppo in auge degli anni ‘40 e ’50, Orígenes. In epoca successiva, queste stesse opere sono state recuperate da scrittori cubani della generazione successiva come ‘modello’ di franchezza e sarcasmo, come stimolo per poter scrivere un tipo di letteratura, e critica letteraria, più temeraria.
Partendo dalla lirica del primo periodo di produzione –bibliografia imprescindibile per comprendere il discorso insulare altro proposto dall’autore– si analizzerà qualche testo narrativo per poter prendere in considerazione il romanzo, soprattutto l’ultimo pubblicato, "Presiones y diamantes", che ha tutt’oggi ben pochi studi critici. Esaminare la scrittura ‘fredda’ nel periodo finale di produzione, con cui l’autore continua a trasmettere il proprio immaginario insulare, significa studiare lo sviluppo di un linguaggio spoglio di qualsiasi ornamento linguistico, capire i motivi alla base di una percezione assurda e paradossale del mondo portata alla sua rappresentazione estrema, di una ostinata resistenza culturale nei confronti di ogni sistema normativo (letterario, sociale, religioso, politico) che limita la creatività dello scrittore, leggere nella rappresentazione macabra del corpo dei personaggi l’assenza di trascendenza e di leggi metafisiche o –come direbbe lo stesso Piñera– di leggervi l’unica fede che ha voluto coltivare, quella letteraria.