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Thunnus thynnus è uno delle più importanti specie commerciali di tonno presenti all’interno del bacino Mediterraneo e nell’oceano Atlantico .
Negli ultimi anni, un forte incremento nello sforzo di pesca esercitato su questa specie ha comportato una drastica riduzione nel numero di organismi di T. thynnus a scala globale (Sissenwine et al., 1998; SCRS, 2002). L’attuale gestione delle politiche di pesca per questa specie si basa sulla conoscenza del fatto che le due principali zone di spawning di T. thynnus sono localizzate nel mar Mediterraneo e nel Golfo del Messico. Inoltre, una serie di evidenze scientifiche basate su dati di rilevamento satellitare di un numero discreto di organismi congiuntamente a studi relativi alla chimica degli otoliti prelevati da un numero ridotto di esemplari della medesima specie, suggeriscono eventi di migrazioni trans-oceaniche di T. thynnus che sembrano mettere fortemente in dubbio il concetto di “confine di gestione” degli stocks di questa risorsa recentemente proposto dall’ICCAT (International Commission for the Conservation of Atlantic Tunas) (Magnuson et al., 1994; Lutcavage et al., 1999; Block et al., 2001,2005; Rooker et al., 2006).
Il recente sviluppo di tecnologie adeguate allo studio della chimica di campioni di ridottissime dimensioni ha permesso di utilizzare dati di chimica del carbonato biogenico degli otoliti presenti all’interno di pesci come “record” puntuale delle masse d’acqua all’interno delle quali gli organismi sono vissuti (Thresher, 1999) e quindi come affidabili strumenti di “stock discrimination” (Secor and Rooker 2000; Campana and Thorrold 2001). Il carbonato aragonitico degli otoliti, precipitando continuamente durante la crescita dell’individuo, incorpora in proporzione sostanzialmente lineare all’acqua di mare, elementi chimici vicarianti del calcio fornendo una marcatura naturale delle masse d’acqua all’interno delle quali gli organismi sono vissuti. Un ampio spettro di esperimenti eseguiti in ambiente controllato (Kalish, 1989; Arai et al., 1995, 1996, Fowler et al., 1995; Limburg 1996; Townsend et al., 1995; Radtke et al., 1990, Sadovy et al., 1992) e in ambiente naturale (Secor et al., 1995; Gallahar & Kingsford 1996; Tzeng 1996; Mugiya et al.,1995) hanno chiaramente dimostrato l’esistenza di tale proporzionalità nella concentrazione di alcuni elementi vicarianti del calcio (in particolare Mg, Sr, Ba, Cd) all’interno dell’aragonite dei pesci e nell’acqua di mare. I lavori di Campana (1999) e Bath, et al., (2000) suggeriscono che soprattutto il Ba nel carbonato degli otoliti, sembra riflettere la chimica delle masse d’acqua all’interno delle quali vivono gli organismi con limitati effetti legati alla termodinamica (T, S, etc.) di incorporazione nel carbonato stesso.
In questo lavoro di ricerca vengono presentati i risultati di un’ampia indagine analitica in LA-ICP-MS effettuata su un elevato numero di otoliti di esemplari di T. thynnus pescati nel bacino Mediterraneo e nel Golfo del Messico. I risultati si riferiscono alla misura dei valori di concentrazione di un numero discreto di elementi in tracce (Sr, Mg e Ba) su incrementi annuali di otoliti.
Un approfondito studio statistico dei risultati ottenuti ha permesso di individuare chiaramente i periodi di vita dei diversi organismi studiati trascorsi in area atlantica e in area mediterranea e pertanto di ipotizzare strategie di vita diverse per questa specie di tonno.
I dati sono stati confermati da ulteriori analisi eseguite su esemplari di T.thynnus in stadio giovanile e larvale, utilizzati quindi come marker biologici mediterranei.
Inoltre in questo lavoro di tesi sono state presentate delle informazioni preliminari relative alla distribuzione di una suite di elementi in traccia (Sc, T, V, Cr, Mn, Co, Ni, Cu, Zn, Rb, Y, Zr, Nb, Mo,Cd, Cs e Pb).
Tale dataset rappresentando il primo del genere, possa essere di aiuto nel guidare studi più approfonditi per i diversi elementi investigati, soprattutto in termini di concentrazioni medie presenti per i diversi analiti nel carbonato degli otoliti di T.thynnus. |
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