Militarismo, violenza di genere e violenza razziale. Il caso delle comfort women e il caso degli stupri dei militari americani in Giappone a confronto

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dc.contributor.advisor Favi, Sonia it_IT
dc.contributor.author Sofia, Desiree <1992> it_IT
dc.date.accessioned 2017-02-22 it_IT
dc.date.accessioned 2017-05-08T03:50:20Z
dc.date.available 2017-05-08T03:50:20Z
dc.date.issued 2017-03-22 it_IT
dc.identifier.uri http://hdl.handle.net/10579/9993
dc.description.abstract Il militarismo e la violenza sono due concetti strettamente connessi. Il femminismo giapponese moderno, fin dalla sua nascita alla fine dell’Ottocento, ha sempre condannato ogni forma di violenza e promosso la pace. Tuttavia, gli stupri e la prostituzione forzata durante la Seconda guerra mondiale e l’occupazione militare americana del dopoguerra in Giappone sono diventati argomenti centrali delle campagne delle organizzazioni femminili solo negli anni Novanta. Nel 1992, la scoperta di documenti ufficiali che incriminavano il governo giapponese per l’organizzazione di un sistema di “schiave sessuali militari” durante la guerra e le prime testimonianze delle sopravvissute riaprirono una pagina della storia che il Giappone aveva cercato di nascondere al mondo. Ancora, lo stupro dell’ennesima ragazza a Okinawa nel 1995, da parte dei soldati americani, suscitò l’indignazione generale che le organizzazioni di attiviste giapponesi catalizzarono in proteste e azioni concrete per combattere il militarismo e criminalizzare la violenza contro le donne, in collaborazione con gruppi di attiviste ed enti internazionali. L’analisi della questione delle comfort women e degli stupri delle donne okinawane mettono in luce problemi comuni sia al Giappone sia agli Stati Uniti. Le due nazioni capitaliste sono colpevoli degli stessi crimini: discriminazione, assimilazione e nazionalismo. Le società giapponese e americana, ancora caratterizzate da valori maschilisti e razzisti, hanno perpetrato, attraverso il militarismo, discriminazioni di razza, etnia e genere sessuale, in un progetto di assimilazione del “paese vincitore” sul “paese sconfitto”. In guerra e nei periodi di militarizzazione, strumenti del potere maschile per eccellenza, la supremazia del dominatore sul sottomesso, in quanto popolo su un altro popolo o individuo su un altro individuo, trova la sua massima espressione nella violenza sul corpo della donna. it_IT
dc.language.iso it_IT
dc.publisher Università Ca' Foscari Venezia it_IT
dc.rights © Desiree Sofia, 2017 it_IT
dc.title Militarismo, violenza di genere e violenza razziale. Il caso delle comfort women e il caso degli stupri dei militari americani in Giappone a confronto it_IT
dc.title.alternative it_IT
dc.type Master's Degree Thesis it_IT
dc.degree.name Lingue e istituzioni economiche e giuridiche dell’asia e dell’africa mediterranea it_IT
dc.degree.level Laurea magistrale it_IT
dc.degree.grantor Scuola in Studi Asiatici e Gestione Aziendale it_IT
dc.description.academicyear 2015/2016, sessione straordinaria it_IT
dc.rights.accessrights openAccess it_IT
dc.thesis.matricno 837663 it_IT
dc.subject.miur it_IT
dc.description.note it_IT
dc.degree.discipline it_IT
dc.contributor.co-advisor it_IT
dc.subject.language GIAPPONESE it_IT
dc.date.embargoend it_IT
dc.provenance.upload Desiree Sofia (837663@stud.unive.it), 2017-02-22 it_IT
dc.provenance.plagiarycheck Sonia Favi (sonia.favi@unive.it), 2017-03-06 it_IT


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