Abstract:
La tesi vuole proporre uno sguardo sull'utilizzo, da parte della storiografia umanistica, di cronache medievali come fonti storiche. In particolare viene analizzato il caso dell’Historia Bohemica (1458) di Enea Silvio Piccolomini (successivamente Papa Pio II), opera che si occupa della storia delle terre ceche dalle origini al periodo ussita. Nonostante le ritenga “piene di assurdità e di menzogne”, infatti, il Piccolomini si basa essenzialmente su tre cronache per compilare la prima parte della sua Historia: si tratta della cronaca di Pulkava, della cronaca Zbraslavská e di quella di Veitmile, tutte risalenti al XIV secolo.
Questo lavoro si compone di tre diverse unità tematiche. Innanzitutto viene presentata una panoramica riguardante le caratteristiche principali della storiografia medievale e di quella umanistica, per permettere una contestualizzazione dell’argomento trattato. Il secondo capitolo è invece interamente dedicato al Piccolomini ed all'Historia Bohemica, mentre nel terzo si è voluto evidenziare, tramite il confronto tra gli originali cechi e brani estratti dall’Historia, il metodo piccolominiano nel rapportarsi con le fonti medievali disponibili. Si vedrà come le critiche mosse dall'autore alla cronachistica medievale passino in secondo piano al momento della stesura dell'opera ed al mancare di altre fonti utilizzabili per narrare la storia del popolo ceco.