Abstract:
La tesi si articola in sette capitoli. I primi quattro analizzano diacronicamente altrettanti studi debenedettiani (Vocazione di Vittorio Alfieri; Savinio e le figure dell’invisibile; Probabile autobiografia di una generazione; Il romanzo del Novecento), nell’intento di rintracciare l’utilizzo e la reinterpretazione di concetti, metodologie d’indagine e spunti interdisciplinari proprio dell’ambito junghiano.
Segue un capitolo dedicato alla ricezione dell’opera e, soprattutto del “metodo”di Debenedetti, in relazione alla figura così diversa, ma per molti aspetti complementare, di Gianfranco Contini.
La sesta sezione propone una sorta di glossario che registra l’uso di concetti quali: “archetipo”, “nekuya”, “individuazione”, osservando in che modo essi diventino, nella pagina debenedettiana, altrettanti paradigmi interpretativi.
Seguendo il medesimo metodo, l’ultima parte è volta a individuare l’adozione, il più delle volte non dichiarata, di schemi interpretativi tratti, non già dall’intera produzione junghiana, ma da uno specifico testo: i Tipi psicologici.