Abstract:
Durante lo stalinismo, in Unione Sovietica ogni attività culturale passò sotto il diretto controllo dello Stato e ad artisti e scrittori fu dato il compito di costruire, con le loro opere, un efficace sistema di propaganda. Quando Stalin morì, il paese non smise di essere un regime politico a partito unico e la polizia segreta continuò ad avere un ruolo importante, tuttavia, dei cambiamenti ci furono: in questi anni aumentarono gli scambi con l’Occidente e ciò rappresentò, in particolare per l’arte, un momento di svolta. Furono organizzati eventi e mostre dedicate a grandi pittori europei e americani e, vedendo questi quadri, i giovani artisti russi trovarono l’ispirazione per creare un’arte nuova, lontana da quella approvata dalle istituzioni. A causa dell’opposizione delle autorità, questi pittori dovettero portare avanti la loro attività in segreto, motivo per cui questo fenomeno fu denominato “underground”. Tanto a Mosca quanto a Leningrado nacquero molti gruppi di artisti non ufficiali e tra di loro anche il circolo di Aref’ev, composto da Aleksandr Aref’ev, Richard Vasmi, Vladimir Šagin, Šolom Švarc, Valentin Gromov. Questi pittori, considerati i padri dell’arte non conformista di Leningrado, dipinsero la loro città natale creando dei pezzi unici nel loro genere; pur essendo un gruppo, ogni artista sviluppò uno stile e un punto di vista personale, rappresentando sulle proprie tele la realtà del dopoguerra e scegliendo come protagonisti i paesaggi periferici e la vita quotidiana. La loro esistenza non fu affatto facile ma, nonostante tutto, non abbandonarono mai l’arte. In URSS la situazione iniziò a cambiare solo negli anni ottanta, quando la carica di segretario generale fu assegnata a Gorbačev: da quel momento, per gli artisti si aprì una nuova epoca e, con il passare del tempo, l’arte non ufficiale cominciò a essere riconosciuta come parte del patrimonio culturale del paese. Oggi, sono sempre più numerosi gli studiosi e le istituzioni che si interessano a questo movimento artistico e in particolare al circolo di Aref’ev.