dc.contributor.advisor |
Battistella, Alessandro |
it_IT |
dc.contributor.author |
Magistris, Stefano <1989> |
it_IT |
dc.date.accessioned |
2017-02-23 |
it_IT |
dc.date.accessioned |
2017-05-08T03:46:59Z |
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dc.date.issued |
2017-03-09 |
it_IT |
dc.identifier.uri |
http://hdl.handle.net/10579/9659 |
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dc.description.abstract |
Il piano di zona è lo strumento che regola la programmazione delle attività socio-sanitarie e l'allocazione delle risorse in un territorio; introdotto con la legge 328/2000 dispone che tutti gli attori impegnati nel sociale si siedano attorno ai diversi tavoli e, di comune accordo, scelgano quali azioni mettere in campo e chi le dovrà compiere. Il confronto avviene in una logica concertativa e non coercitiva così da permettere a tutte le posizioni di esprimersi e trovare spazio.
Obbiettivo di questo elaborato è cercare di analizzare i punti di forza della progettazione zonale e gli elementi che ne possono minare la preparazione e l’attuazione. Per riuscire a suggerire al lettore questa visione si andrà evidenziando come i diversi attori siano portatori di istanze differenti perfettamente conciliabili o, talvolta, difficilmente sovrapponibili. È grazie alla sociologia dell’organizzazione che si tenterà di individuare il modo in cui i protagonisti della programmazione interagiscono tra loro cercando di indagarne le caratteristiche.
Venendo ai contenuti, nella prima parte si analizzeranno i fondamenti legislativi e i dispositivi giuridici che sovrintendono all'istituto del Piano di zona che, nel corso degli anni, ne hanno modificato l’impianto. Successivamente si sposterà l'attenzione, come detto, alla sociologia dell'organizzazione; disciplina che indaga l'agire organizzato e degli individui può permetterci di introdurre un piano di analisi diverso. Assumendo questo speciale modo di osservare si cercherà di indagare quali forze possono condizionare le relazione tra i decisori. In conclusione evidenziando le grandi possibilità di questo strumento legislativo si andrà ad analizzare alcuni casi che possono essere esemplificativi; in particolare il Piemonte che ha iniziato ad accantonare uesto strumento e la Lombardia da sempre capofila dell'innovazione. Ancora tra i documenti in appendice, le interviste agli attori e agli esperti del settore pubblico permetteranno al lettore di intendere quale è la percezione generale verso il piano di zona. |
it_IT |
dc.language.iso |
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it_IT |
dc.publisher |
Università Ca' Foscari Venezia |
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dc.rights |
© Stefano Magistris, 2017 |
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dc.title |
Crisi e rilancio del Piano di zona, analisi e proposta |
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dc.title.alternative |
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dc.type |
Master's Degree Thesis |
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dc.degree.name |
Lavoro, cittadinanza sociale, interculturalità |
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dc.degree.level |
Laurea magistrale |
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dc.degree.grantor |
Scuola in Servizio Sociale e Politiche Pubbliche |
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dc.description.academicyear |
2015/2016, sessione straordinaria |
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dc.rights.accessrights |
closedAccess |
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dc.thesis.matricno |
854391 |
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dc.subject.miur |
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dc.description.note |
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dc.degree.discipline |
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dc.contributor.co-advisor |
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it_IT |
dc.date.embargoend |
10000-01-01 |
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dc.provenance.upload |
Stefano Magistris (854391@stud.unive.it), 2017-02-23 |
it_IT |
dc.provenance.plagiarycheck |
Alessandro Battistella (abattistella@unive.it), 2017-03-06 |
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