Abstract:
In questo elaborato si segue l’ipotesi che da metà degli anni Novanta nascano nuovi usi e concezioni della camera a spalla, o a mano, anche grazie alla nascita e alla diffusione di mockumentary mascherati da found footage e dal movimento del Dogma 95. Ci siamo soffermati per ragioni logistiche sui maggiori esponenti del genere: Lars von Trier per il Dogma 95 e il filone mocku-horror per il mockumentary.
La tecnica della camera a spalla in questi film assume il compito teorico di creare un senso di realtà/verità nello spettatore che accresca la sua esperienza visiva ed emotiva durante la visione del film. Non andremo ad approfondire il fin troppo vasto tema della realtà nel cinema, ci soffermeremo sulle questioni tecniche legate a questo tipo di produzione cinematografica. La tecnica in questione assume l’estetica del documentario imitandone i movimenti di macchina, la fotografia, il sonoro, l’improvvisazione (falsa nel nostro caso). La scelta di avvicinarsi esteticamente al documentario è guidata dal fatto che esso è il simbolo di veridicità nel cinema per eccellenza. Nell’immaginario comune dello spettatore, un’opera esteticamente simile a un documentario guadagna un carattere di realtà/verità aggiunto. Si analizzano i vari utilizzi della tecnica della camera a spalla, o a mano, per tentare di capire quanto questi abbiamo influito sulla produzione cinematografica degli ultimi anni e sulla percezione del film che abbiamo oggi.