Abstract:
L’elaborato si propone di esaminare più da vicino le devianze comportamentali dei giovani giapponesi analizzandole attraverso la nascita e l’evoluzione dello street fashion, fenomeno diffusosi nei principali quartieri di Tokyo, i cui accenni si hanno già intorno la fine degli anni Sessanta e gli inizi dei Settanta – con l’emergere delle prime gang – ma raggiungendo il massimo della popolarità intorno ai Novanta, quando lo scoppio della bubble economy e le relative conseguenze economiche mutato la struttura sociale e familiare giapponese e i valori precostituiti. Si vengono, dunque, a tracciare i fattori che contribuiscono alla nascita di comportamenti devianti da parte di una minoranza giovanile che comunica la propria ribellione sociale attraverso il modo di vestire, manifesto della propria estromissione ai modelli ideologici dalla cultura dominante. Nella prima sezione della tesi si descrivono i fattori socio-economici che influiscono sull’emergere di tale fenomeno, mentre il secondo capitolo è dedicato al concetto del kawaii e alla pink globalization: due elementi estremamente importanti perché collegati al discorso dello street fashion, in termini di diffusione e popolarità, nonché di ridefinizione delle identità del gender. Nel terzo capitolo, invece, si entra nel vivo della descrizione delle principali subculture del fashion iniziando dalle prime forme di devianza, fino all’evoluzione, alla crescita e allo sviluppo di gruppi fortemente iconici per il mondo della moda e per l’immaginario collettivo, arrivando ad attirare l’attenzione, nel giro di poco tempo, dei mass media e del mainstream. Inoltre, il capitolo interamente dedicato al complesso della Lolita e alle relative sotto forme dimostra la rilevanza di questo particolare look che diventa un vero e proprio stile di vita per numerose ragazzine giapponesi. Nell’ultima sezione dell’elaborato, infine, viene dedicata una panoramica generale alle tendenze più recenti che stanno emergendo nelle strade di Tokyo negli ultimi anni.