Il paradosso della grazia: la teo-antropologia di Karl Barth

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dc.contributor.advisor Severino, Emanuele it_IT
dc.contributor.author Cerasi, Enrico <1970> it_IT
dc.date.accessioned 2010-03-08T08:11:50Z it_IT
dc.date.accessioned 2012-07-30T15:50:40Z
dc.date.available 2010-03-08T08:11:50Z it_IT
dc.date.available 2012-07-30T15:50:40Z
dc.date.issued 2004-03-19 it_IT
dc.identifier.uri http://hdl.handle.net/10579/879 it_IT
dc.description.abstract Questa tesi si pone l'obiettivo di ricostruire il pensiero di Karl Barth - uno dei maggiori teologi moderni - su temi di ontologia, antropologia e etica. La teologia barthiana è dunque una teoantropologia: per parlare di Dio, infatti, essa parla anche dell'uomo e del suo mondo. Il pensiero di Barth si basa sulla assoluta centralità della rivelazione di Dio in Gesù Cristo. Ma in Cristo Dio e uomo sono venuti non solo in contatto ma si trovano in una relazione indistruttibile e determinante per entrambi. Non c'è altro Dio che il Dio divenuto uomo; e non c'è altro uomo che l'uomo eletto a partner di questa alleanza. Questo viene chiamato "grazia": è la relazione indistruttibile tra Dio e uomo e la sua rivelazione. La grazia è la verità, in senso ontico e noetico, perché è la determinazione dell'intero e la sua autorivelazione. Per Barth la storia moderna, dal XVII secolo al XX, ha come contenuto principale il tentativo di rovesciamento della verità cristiana: all'oggettività della verità, che coincide con Dio, viene posta la soggettività umana e il suo indefinito potenziamento. Questo porta ad una situazione nichilista. La crisi degli anni seguenti la prima guerra mondiale è dovuta a questa perdita dell'oggettività di Dio e della verità cristiana. Non è solo una crisi interna al protestantesimo tedesco ma che investe l'intera cultura europea. Questo è il contenuto del primo paragrafo del primo capitolo. Il secondo paragrafo mostra le conseguenze di questo nichilismo da un punto di vista etico. L'etica, in quanto domanda sull'agire umano, è la domanda sull'intera realtà dell'uomo. Con ciò l'etica pone la differenza tra ideale e reale; la domanda etica, insomma, mostra la crisi nella quale l'uomo si trova, in particolare nella situazione storica del Novecento ma in realtà da sempre, essendo l'uomo ontologicamente incapace di corrispondere all'esigenza della verità. L'etica è la dimostrazione della verità: Finitum non capax infiniti. Il terzo paragrafo affronta il rapporto tra Dio e il nulla come base ontologica per la soluzione della crisi del rapporto tra Dio e il Nulla. Il secondo capitolo affronta il problema della paradossalità della teologia come testimonianza critica dell'unica verità di Dio e dell'uomo rivelata in Gesù Cristo. Il primo paragrafo mostra la crisi della teologia, teorizzata da Barth negli anni '20. Il secondo paragrafo la sua paradossale fondazione sulla base del non disponibile evento della rivelazione di Dio. Il terzo paragrafo mostra come la paradossalità della teologia sia la stessa paradossalità della verità e dell'esistenza umana. Il terzo capitolo tratta positivamente il rapporto tra Dio e uomo in Cristo; esso è un rapporto temporale. Il primo paragrafo mostra la prima trattazione barthiana del problema del tempo, sulla scorta di Nietzsche e Overbeck. Il secondo paragrafo mostra la matura teologia barthiana del tempo. Il terzo e il quarto paragrafo mostrano come la storia umana generale sia il riflesso della storia di Dio in Cristo. Questo significa l'affermazione paolina che noi siamo in Cristo. Il capitolo quarto tratta specificatamente dell'antropologia, sviluppando quanto acquisito nel capitolo precedente: l'uomo è determinato ontologicamente dal fatto che Dio è divenuto uomo. Il primo paragrafo discute i risultati dell'antropologia fisica di Plessner, di quella filosofica di Fichte e di Jaspers, di quella religiosa di Brunner. Gli oggetti di queste antropologie sono qualificati come "fenomeni dell'umano". Il secondo paragrafo parla della "realtà dell'uomo": la finitezza e la temporalità; la co-umanità; l'essere dell'uomo specchio e riflesso di Dio. Vi è a questo proposito un excursus sul problema dell'icona. Il quinto capitolo tratta la questione dell'etica e della fondazione della soggettività e della libertà umana. Il primo paragrafo accenna alla necessità di un'"altra etica", diversa dall'etica filosofica: l'etica del comandamento di Dio. Il secondo paragrafo parla della fondazione della soggettività umana. L'uomo si fonda nello iato tra il terminus a quo e il terminus ad quem delle due, diacroniche azioni di Dio. Il terzo paragrafo discute il problema della libera soggettività umana, richiesta dalla concezione della libera risposta umana al comandamento di Dio. Ma Barth - a mio avviso - non riesce a fondare davvero questa libertà. Il quarto paragrafo, in conclusione, espone la visione barthiana dell'uomo come parabola dell'alleanza. Se l'alleanza è Gesù Cristo, l'uomo e la sua storia ne è la parabola, il riflesso, la rappresentazione. This dissertation means to explain Karl Barth's thought on ontology, anthropology and ethics. Karl Barth was one of the most important theologian of the XXth century. Barth's theology is a "theoanthropology", because her exposition of God's doctrine is at the same time an exposition of man's nature. Barth's theology is a theology of God's revelation in Christ. Jesus Christ is not only the point of contact between God and man, but is also their indestructible relation. So, God and man are determinated by Christ. There isn't another God than the God became man in Jesus Christ and there isn't another man than the man chosen by God in Christ. This is "grace": the indestructible partnership between God and man in Jesus Christ. § 1, chapt. I explains Barth's theology of modern history. This one has tried to knock over the Christian truth (as Barth means it): the subjectivity of man has taken place of objectivity of the truth (that is the objectivity of God). This is the reason of modern nihilism. The crisis of the modern society after the first word war shows this modern evolution. § 2 shows the ethics consequences of modern nihilism. Ethics is the revelation of human impossibility. Ethics shows the truth of the sentence: "Finitum non capax infiniti". § 3 explains the relation between God and nihil. Only if God win the nihil's opposition is possible a positive exposition of the "theo-anthropology". But God, in Christ, has won the nihil. Chap. II explains the method of Bath's theology. § 1 describes the crisis of theology, as Barth thought it in 1920s. Theology is impossibile but necessary. § 2 explains the paradoxical Barth's theology foundation, depending on the event of God's revelation. § 3 says that the paradox of theology is the same paradox of truth and humaine existence. Chap. III explains the positive relation bethween God and man. It is a temporal relation. § 1 describes the first Barth's exposition of time question. It depends on Nietzsche and Overbeck's philosophies. § 2 shows the mature Barth's theology of time question. The §§ 3 and 4 say that the humane is the reflex of God's history in Jesus Christ, according to Paul's thought of being in Christ. Chap. IV explains the specific Barth's anthropology, according to the previous exposition: the ontology of man depends on the facts than God is became man in Christ. § 1 discuss Plessner's phisical anthropology, the Fichte's philosophical ones, Jasper's existential ones and Brunner's theological ones. The objects of these anthropologies are called by Barth "phenomenons of human". § 2 explains the "reality of man", which is: finite, with-human, and mirrow of God. I have put an excursus about the "icona". Chap. V concerns the ethics question and the foundation of subjectivity and freedom. § 1 explains the "other ethics", different of he philosophical one. This is the ethics of God's commandment. § 2 explains the foundation of human subjectivity. It is founded in the gap between the terminus a quo and terminus ad quern of the two actions of God. § 3 discusses the question of the freedom of the human subjectivity. This freedom is requiered for the human answer to God's commandement. But Barth - in my opinion - isn't able to base this freedom. § 4, at the end, explains Barth's view of the man as parable of the alliance. If the alliance is Jesus Christ, man's history is the mirrow of him. it_IT
dc.format.medium Tesi cartacea it_IT
dc.language.iso it it_IT
dc.publisher Università Ca' Foscari Venezia it_IT
dc.rights © Enrico Cerasi, 2004 it_IT
dc.title Il paradosso della grazia: la teo-antropologia di Karl Barth it_IT
dc.type Doctoral Thesis it_IT
dc.degree.name Filosofia it_IT
dc.degree.level Dottorato di ricerca it_IT
dc.degree.grantor Facoltà di Lettere e filosofia it_IT
dc.description.academicyear 2002/2003 it_IT
dc.description.cycle 1 n.s. (15) it_IT
dc.degree.coordinator Cortella, Lucio it_IT
dc.location.shelfmark D000253 it_IT
dc.location Venezia, Archivio Università Ca' Foscari, Tesi Dottorato it_IT
dc.rights.accessrights Accesso locale (tesi cartacea) it_IT
dc.thesis.matricno T00035 it_IT
dc.format.pagenumber 1 v. it_IT


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