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Questa tesi si pone l'obiettivo di ricostruire il pensiero di Karl Barth - uno dei maggiori teologi
moderni - su temi di ontologia, antropologia e etica. La teologia barthiana è dunque una teoantropologia:
per parlare di Dio, infatti, essa parla anche dell'uomo e del suo mondo. Il pensiero di
Barth si basa sulla assoluta centralità della rivelazione di Dio in Gesù Cristo. Ma in Cristo Dio e
uomo sono venuti non solo in contatto ma si trovano in una relazione indistruttibile e determinante
per entrambi. Non c'è altro Dio che il Dio divenuto uomo; e non c'è altro uomo che l'uomo eletto a
partner di questa alleanza. Questo viene chiamato "grazia": è la relazione indistruttibile tra Dio e
uomo e la sua rivelazione. La grazia è la verità, in senso ontico e noetico, perché è la
determinazione dell'intero e la sua autorivelazione.
Per Barth la storia moderna, dal XVII secolo al XX, ha come contenuto principale il tentativo di
rovesciamento della verità cristiana: all'oggettività della verità, che coincide con Dio, viene posta la
soggettività umana e il suo indefinito potenziamento. Questo porta ad una situazione nichilista. La
crisi degli anni seguenti la prima guerra mondiale è dovuta a questa perdita dell'oggettività di Dio e
della verità cristiana. Non è solo una crisi interna al protestantesimo tedesco ma che investe l'intera
cultura europea. Questo è il contenuto del primo paragrafo del primo capitolo. Il secondo paragrafo
mostra le conseguenze di questo nichilismo da un punto di vista etico. L'etica, in quanto domanda
sull'agire umano, è la domanda sull'intera realtà dell'uomo. Con ciò l'etica pone la differenza tra
ideale e reale; la domanda etica, insomma, mostra la crisi nella quale l'uomo si trova, in particolare
nella situazione storica del Novecento ma in realtà da sempre, essendo l'uomo ontologicamente
incapace di corrispondere all'esigenza della verità. L'etica è la dimostrazione della verità: Finitum
non capax infiniti. Il terzo paragrafo affronta il rapporto tra Dio e il nulla come base ontologica per
la soluzione della crisi del rapporto tra Dio e il Nulla.
Il secondo capitolo affronta il problema della paradossalità della teologia come testimonianza critica
dell'unica verità di Dio e dell'uomo rivelata in Gesù Cristo. Il primo paragrafo mostra la crisi della
teologia, teorizzata da Barth negli anni '20. Il secondo paragrafo la sua paradossale fondazione sulla
base del non disponibile evento della rivelazione di Dio. Il terzo paragrafo mostra come la
paradossalità della teologia sia la stessa paradossalità della verità e dell'esistenza umana.
Il terzo capitolo tratta positivamente il rapporto tra Dio e uomo in Cristo; esso è un rapporto
temporale. Il primo paragrafo mostra la prima trattazione barthiana del problema del tempo, sulla
scorta di Nietzsche e Overbeck. Il secondo paragrafo mostra la matura teologia barthiana del tempo.
Il terzo e il quarto paragrafo mostrano come la storia umana generale sia il riflesso della storia di
Dio in Cristo. Questo significa l'affermazione paolina che noi siamo in Cristo.
Il capitolo quarto tratta specificatamente dell'antropologia, sviluppando quanto acquisito nel
capitolo precedente: l'uomo è determinato ontologicamente dal fatto che Dio è divenuto uomo. Il
primo paragrafo discute i risultati dell'antropologia fisica di Plessner, di quella filosofica di Fichte e
di Jaspers, di quella religiosa di Brunner. Gli oggetti di queste antropologie sono qualificati come
"fenomeni dell'umano". Il secondo paragrafo parla della "realtà dell'uomo": la finitezza e la
temporalità; la co-umanità; l'essere dell'uomo specchio e riflesso di Dio. Vi è a questo proposito un
excursus sul problema dell'icona.
Il quinto capitolo tratta la questione dell'etica e della fondazione della soggettività e della libertà
umana. Il primo paragrafo accenna alla necessità di un'"altra etica", diversa dall'etica filosofica:
l'etica del comandamento di Dio. Il secondo paragrafo parla della fondazione della soggettività
umana. L'uomo si fonda nello iato tra il terminus a quo e il terminus ad quem delle due, diacroniche
azioni di Dio. Il terzo paragrafo discute il problema della libera soggettività umana, richiesta dalla
concezione della libera risposta umana al comandamento di Dio. Ma Barth - a mio avviso - non
riesce a fondare davvero questa libertà. Il quarto paragrafo, in conclusione, espone la visione
barthiana dell'uomo come parabola dell'alleanza. Se l'alleanza è Gesù Cristo, l'uomo e la sua storia ne è la parabola, il riflesso, la rappresentazione.
This dissertation means to explain Karl Barth's thought on ontology, anthropology and ethics. Karl
Barth was one of the most important theologian of the XXth century. Barth's theology is a "theoanthropology",
because her exposition of God's doctrine is at the same time an exposition of man's
nature. Barth's theology is a theology of God's revelation in Christ. Jesus Christ is not only the
point of contact between God and man, but is also their indestructible relation. So, God and man are
determinated by Christ. There isn't another God than the God became man in Jesus Christ and there
isn't another man than the man chosen by God in Christ. This is "grace": the indestructible
partnership between God and man in Jesus Christ.
§ 1, chapt. I explains Barth's theology of modern history. This one has tried to knock over the
Christian truth (as Barth means it): the subjectivity of man has taken place of objectivity of the truth
(that is the objectivity of God). This is the reason of modern nihilism. The crisis of the modern
society after the first word war shows this modern evolution. § 2 shows the ethics consequences of
modern nihilism. Ethics is the revelation of human impossibility. Ethics shows the truth of the
sentence: "Finitum non capax infiniti". § 3 explains the relation between God and nihil. Only if God
win the nihil's opposition is possible a positive exposition of the "theo-anthropology". But God, in
Christ, has won the nihil.
Chap. II explains the method of Bath's theology. § 1 describes the crisis of theology, as Barth
thought it in 1920s. Theology is impossibile but necessary. § 2 explains the paradoxical Barth's
theology foundation, depending on the event of God's revelation. § 3 says that the paradox of
theology is the same paradox of truth and humaine existence.
Chap. III explains the positive relation bethween God and man. It is a temporal relation. § 1
describes the first Barth's exposition of time question. It depends on Nietzsche and Overbeck's
philosophies. § 2 shows the mature Barth's theology of time question. The §§ 3 and 4 say that the
humane is the reflex of God's history in Jesus Christ, according to Paul's thought of being in Christ.
Chap. IV explains the specific Barth's anthropology, according to the previous exposition: the
ontology of man depends on the facts than God is became man in Christ. § 1 discuss Plessner's
phisical anthropology, the Fichte's philosophical ones, Jasper's existential ones and Brunner's
theological ones. The objects of these anthropologies are called by Barth "phenomenons of human".
§ 2 explains the "reality of man", which is: finite, with-human, and mirrow of God. I have put an
excursus about the "icona".
Chap. V concerns the ethics question and the foundation of subjectivity and freedom. § 1 explains
the "other ethics", different of he philosophical one. This is the ethics of God's commandment. § 2
explains the foundation of human subjectivity. It is founded in the gap between the terminus a quo
and terminus ad quern of the two actions of God. § 3 discusses the question of the freedom of the
human subjectivity. This freedom is requiered for the human answer to God's commandement. But
Barth - in my opinion - isn't able to base this freedom. § 4, at the end, explains Barth's view of the
man as parable of the alliance. If the alliance is Jesus Christ, man's history is the mirrow of him. |
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