Abstract:
L’arte pubblica e i progetti culturali artistici hanno la possibilità di ingenerare processi virtuosi e di miglioramento a livello territoriale e sociale? Può l’arte pubblica intervenire positivamente sul capitale culturale e sociale? Saranno studiati i progetti di rigenerazione urbana attraverso opere di arte pubblica e il modo in cui funzionano e si misurano oggi, con un occhio di riguardo al problema della misurazione degli effetti di questi progetti. È fondamentale, in quest’analisi, un confronto tra best (e/o worst) practices di progetti di arte pubblica che hanno sortito effetti positivi di riqualificazione del territorio e della vita nel territorio. Saranno tenuti in considerazione esempi di sfruttamento inefficace delle possibilità finanziarie economiche culturali), in cui l’intento di coesione sociale si è tramutato in ampliamento del baratro sociale e territoriale, ma anche casi virtuosi di politiche e progetti per il dialogo tra patrimonio e realtà quotidiana della comunità di riferimento. In conclusione, si cercherà di inquadrare la situazione attuale e quali possibilità si prospettano per la pubblica amministrazione. È possibile mutuare i comportamenti vincenti di altri per dare inizio a un paradigma positivo. L’amministrazione pubblica ha due strade: può scegliere di essere totalmente neutrale e accettare proposte bottom up attraverso bandi per stanziamento di capitale pubblico, oppure può gestire progetti paracadutati senza interpellare i destinatari reali dell’intervento (residenti, imprenditori del territorio etc). Le due strade risulteranno entrambe fallimentari, procurando comunque una perdita. L’auspicio è quello di una governance partecipata, con riferimento al modello francese. A monte dei processi di pubblica amministrazione dovrebbero poter tornare ad avere un ruolo importante urbanisti, artisti, sociologi, che capiscano le istanze del luogo (forma mentis et urbis).