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Negli ultimi anni, una nuova tipologia di contaminazione fungina è stata riscontrata all’interno di numerose biblioteche ed archivi italiani, specialmente quelli in cui le condizioni climatiche erano ben controllate (18-20 °C e 50-60% di umidità relativa). Conservati all’interno di scaffalatura Compactus®, migliaia di libri sono risultati soggetti ad evidente crescita di tipo miceliare in corrispondenza delle copertine, ad opera di una particolare specie xerofila, l’Eurotium halophilicum. Questo fungo, infatti, è capace di germinare e svilupparsi preferenzialmente in corrispondenza di micro-ambienti con situazioni di ristagno d’aria. A causa della scarsità di informazioni concernenti le caratteristiche ecologiche, fisiologiche e metaboliche di questo fungo, la presente tesi è stata incentrata sull’approfondimento relativo al fenomeno di biodeterioramento, sia dal punto di vista della conservazione del materiale librario che da quello relativo all’aspetto salutistico dei lavoratori e degli studenti. Come caso studio è stato considerato un deposito contaminato della Biblioteca di Area Umanistica (BAUM) dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. In totale sono stati eseguiti tre campionamenti, sia prima che dopo il massivo intervento di disinfezione dei libri, distribuiti nell’arco di due anni, che hanno permesso di caratterizzare l’ambiente indoor dal punto di vista sia microbiologico che chimico. Eurotium halophilicum è stato riconosciuto come il principale fungo cresciuto sui libri, grazie all’isolamento con tamponi sterili, su idoneo terreno di coltura per la crescita selettiva di specie xerofile. La sua presenza è stata documentata grazie a specifiche osservazioni al microscopio elettronico a scansione e le sue ideali condizioni di crescita sono state testate. Inoltre, più di 120 specie fungine sono state isolate dal deposito librario e identificate con analisi microbiologiche classiche associate ad analisi molecolari (DNA). I principali generi fungini riconosciuti sono stati Aspergillus, Cladosporium e Penicillium. Le specie fungine A. creber e A. jensenii, appartenenti al gruppo Aspergillus section Versicolores recentemente revisionato, sono state isolate per la prima volta da ambienti di conservazione di materiale librario. Le principali specie fungine isolate dal deposito contaminato sono state, inoltre, soggette ad indagini chimiche relative alla loro produzione di composti organici volatili e ad analisi dei metaboliti secondari tramite le tecniche di gascromatografia-spettrometria di massa e cromatografia liquida ad alte prestazioni accoppiata alla spettrometria di massa tandem. I risultati hanno confermato le attività metaboliche dei funghi più noti (come A. penicillioides, A. vitricola, C. cladosporium, E. chevalieri, P. breviciompactum e P. chrysogenum), incrementando allo stesso tempo le informazioni relative alle specie meno conosciute (come A. creber, A. jensenii, A. protuberus e E. halophilicum. Tali informazioni, poi, sono state correlate con reali casi studio, come libri contaminate, campioni d’aria e di polveri sedimentate. Considerando tutti i diversi substrati, varie similarità sono state riscontrate. In particolare, sostanze come 1,4-pentadiene, alcool isopropilico, acetone e 2-butanone sono state evidenziate come potenziali marker chimici di derivazione fungina. L’analisi dei metaboliti secondari delle polveri ha contribuito all’incremento della comunità microbica del deposito, identificando sostanze metaboliche appartenenti a specie non isolate dai diversi campionamenti microbiologici eseguiti. La combinazione di tutte queste analisi ha permesso di identificare lo status quo conservativo del deposito, riconoscendo gli effetti positivi dell’opera di disinfezione eseguita ed evidenziando i punti deboli che ancora inficiano una corretta conservazione del patrimonio librario. |
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