Abstract:
La ricerca concernente i Notturni di Luigi Fallacara ha preso avvio dal censimento del Fondo privato Fallacara, ubicato a Firenze presso gli eredi del poeta. Dopo aver catalogato tutto il Fondo, si sono radunate le carte dei Notturni e di una raccolta inedita (intitolata Come Aroma), precedente immediato dei Notturni in questione. Si sono consultati anche gli epistolari contenuti nei Fondi Bargellini, Betocchi, Lisi, Vallecchi e Macrì del Gabinetto Vieusseux di Firenze, il Fondo Fallacara del Centro Manoscritti dell’Università di Pavia e il Fondo Fallacara dell’Archivio della Letteratura cattolica e degli scrittori in ricerca dell’Università Cattolica di Milano.
Dopo il lavoro di consultazione delle fonti e di reperimento delle carte d’autore, si è proceduto ad approntare l’apparato critico dell’opera: ogni sonetto consta in media di una ventina di redazioni manoscritte (si oscilla dalle quindici alle cinquanta redazioni), per cui non è stato facile stabilire una seriazione cronologica e organizzare un apparato adeguato. Il lavoro più cospicuo è stato, dunque, quello puramente filologico, poiché è stato necessario trovare per ogni sonetto la forma di apparto migliore che rendesse ragione delle numerosissime correzioni interne ad ogni redazione. Parallelamente, si è svolta una capillare ricerca riguardante tutte le pubblicazioni di Fallacara su periodici o in volume (ricerca che finora non era mai stata svolta puntualmente): nella tesi di dottorato si restituisce, quindi, una bibliografia dell’autore il più possibile completa, unitamente all’approfondimento che è stato svolto sull’ambiente prossimo allo scrittore barese (l’ermetismo, la cultura fiorentina degli anni 1930-1940, l’area frontespiziaia, gli influssi neoplatonici, i simbolisti francesi).
Completano il lavoro la Nota al testo (che descrive la collocazione e la situazione delle carte d’archivio e spiega il complesso meccanismo di riduzione in apparato delle numerose varianti) e l’Introduzione, divisa in due parti: nella prima si è voluto ricostruire l’itinerario della datazione e della composizione dei Notturni, a partire dal progettato Come Aroma fino alla seconda edizione dei Notturni all’interno di un’autoantologia del 1952; nella seconda si è cercato di affrontare il discorso sulle varianti da un punto di vista maggiormente critico e interpretativo (oltre che filologico), ricostruendo il modus operandi dell’autore e commentando un paio di sonetti a mo’ di esempio.
La ricerca ha voluto, quindi, indagare un campo non ancora battuto (la filologia fallacariana) e restituire al lettore, nella maggior fedeltà e oggettività possibile, la storia di un testo sottovalutato dalla critica e purtroppo non più facilmente reperibile da diversi anni.