Abstract:
L'allargamento a Est dell'Unione Europea produrrà cambiamenti drastici sul contesto competivitivo dell'agricoltura europea. L'Italia sarà uno dei Paesi membri dell'UE a vedere la sua situazione commerciale in ambito agricolo dover subire i più radicali riorientamenti. Essa dovrà confrontarsi, nel mercato liberalizzato, con i sistemi agricoli dei Paesi dell'Europa Centro-Orientale (PECO), caratterizzati da bassi prezzi, bassissimi costi di produzione (soprattutto per quanto concerne la manodopera), dall'utilizzo di tecnologie arretrate e da una scarsa qualità dei prodotti. Il presente studio analizza in modo comparato le potenzialità competitive dei 10 PECO e dell'Italia con approccio multicriteriale quantitativo. Il metodo di valutazione predisposto si basa sull'individuazione e sulla successiva elaborazione di 55 parametri di diversa natura (agronomica, strutturale, infrastrutturale, sociale, marcoeconomica, ecc.) e di tipo cardinale, le cui entità sono state rinvenute presso fonti statistiche internazionali ufficiali ed accreditate. La prima fase dell'elaborazione è consistita nella costruzione di funzioni di competitività che individuano una relazione tra i singoli parametri e un indice di competitività relativa, riferita all'universo utilizzato. Tale indice viene espresso secondo una scala da 0 a 1. Si è poi proceduto ad un'operazione di pesatura (ponderazione) dei singoli fattori esaminati mediante il metodo dei confronti a coppie e con l'ausilio di testimoni privilegiati (esperti del settore). Dalla sommatoria degli indici di competitività riferiti ai singoli parametri preventivamente pesati {somma pesata) si è quindi ottenuto, per ogni Paese esaminato, un indicatore sintetico della competitività relativa del settore agricolo, rispetto agli altri Paesi considerati.
Fatto pari a 1 il valore dell'indice di competitività complessivo dell'Italia, gli indici di competitività dei PECO vengono espressi in modo comparato al settore agricolo italiano.
Tali indici si sono rivelati prossimi al valore di riferimento dell'Italia soprattutto per Polonia
(0,95) e Repubblica Ceca (0,92) e discreti per gli altri PECO (Ungheria, 0,83; Bulgaria,
0,81; Slovacchia, 0,79; ecc). Ciò ad evidenziare una capacità di tali Paesi di esercitare una pressione competitiva notevole soprattutto in prospettiva futura.
Ai margini della valutazione multicriteriale di competitività, e in aggiunta ad essa, si è poi messa in atto un'analisi dei flussi commerciali agricoli dei Paesi oggetto d'indagine, tramite l'ausilio di indici di specializzazione relativa e di indici di somiglianza noti in bibliografia, nonché di un indice di somiglianza assoluta di nostra elaborazione. Tale ultimo indice permette di valutare il grado di somiglianza dei flussi commerciali di due Paesi (in questo caso flussi commerciali agroalimentari verso l'UE) tenendo conto delle dimensioni assolute dei flussi stessi (e non delle sole quote relative utilizzate negli altri indici). Il grado di somiglianza nei flussi commerciali agroalimentari (e quindi di potenziale pressione competitiva) secondo l'indice proposto si è rivelato particolarmente elevato per Polonia (20,52 su 100) e Ungheria (19,95 su 100) e comunque significativo per Repubblica Ceca (6,00 su 100) e Bulgaria (5,17 su 100). Si può quindi affermare che la Polonia è il PECO più attrezzato ad esercitare una forte pressione concorrenziale sull'agricoltura italiana, sia per quanto evidenziato dall'analisi multicriteriale, sia per per quanto visto con l'analisi dei flussi commerciali. Seguono Ungheria e Repubblica Ceca (l'una più 'performante' dal punto di vista dei flussi, l'altra con un indice di competitività più elevato nell'analisi multicriteriale) e Bulgaria. Meno competitivi risultano i settori agricoli degli altri Paesi: Slovacchia, Romania, Slovenia e Paesi baltici. Concludendo, occorre osservare che, nel loro insieme, i PECO tendono a divenire produttori eccedentari dei principali prodotti agricoli (in particolare carne, latte e cereali) per i quali l'UE da tempo fa registrare un surplus produttivo. Inoltre, secondo alcune previsioni, gli stanziamenti attualmente previsti dalla Politica Agricola Comunitaria (PAC) andrebbero pressocché nella loro totalità a beneficio di tali Paesi, dopo la loro adesione. Per far fronte a questa nuova sfida competitiva appare quindi prioritario, più che un generico aumento delle capacità competitive, un lavoro di adeguamento delle strutture agricole e delle politiche dell'UE. Infatti, dato che i sistemi agricoli in corso di integrazione presentano caratteristiche diverse ed in parte complementari, si pone il problema di mettere in atto strategie capaci di dare una risposta costruttiva alla inevitabile rilocalizzazione delle produzioni che si avrà sul mercato aperto.
Expansion of the UE to often East European countries, will produce drastic changes regarding European agriculture. There is no doubt that Italy, as a UE member, has to compete with Central East Europe Countries (CEECs) whose market is characterized by low prices, low production costs, obsolete technology and low product quality. This study analyzes in a multicriterial quantitative approach and in a comparative way, the competitive ability of the 10 CEECs and Italy. The evaluation method is based on 55 different kind of parameters - agronomic, structural, infrastructural, social, macroeconomic, etc. - from statistical, official sources. In the first phase of the dissertation a functional form of the competitive index for each parameter has been chosen. Then, 55 competitiveness functions and the related competiveness index have been defined for each country. The index is expressed in a scale from 0 to 1. With the help of specialist, each single factor has been "weighed" by using the Matched Pairs technique. Starting from the sum of all competitiveness indexes, a synthetic index of agricultural sector competitiveness for each country has been achieved. Assuming that the Italian agricultural sector index was worth 1, indexes regarding other countries have been compared to it. The results show that CEECs could exert high competitive pressure on Italy in the global market, above all in a future perspective. In particular, Poland (0,95), Czech Republic (0,92), followed by other CEECs: Hungary (0,83), Bulgaria (0,81), Slovakia (0,79), etc.. Moreover, this dissertation contains agricultural trade flows analysis, carried out by using the well known similarity and relative similarity indexes. A special index, absolute similarity index, has been created. This particular index allows us to estimate the rate of similarity between the trade flows of two countries considering the absolute value of flows and not only a share of the value. In this case, the rate of similarity of agri-food exports towards European Union has been analyzed. It represents the potential competitive pressure exertable by each country. This pressure seems to be particularly high from Poland (20,52%) and Hungary (19,95%); it is quite significant from Czec Republic (6,00%), and Bulgaria (5,17%). According to the results of multicriterial and trade flows analysis, Poland is the most qualified country to exert a strong competitive pressure on the Italian agricultural sector. Not as strong as Poland are Hungary, Czech Republic, Bulgaria. The less competitive agricultural sectors are in Slovakia, Romania, Slovenia, Baltic countries. In conclusion, the new scenario would be as follows: CEECs agricultural productions (above all meat, milk and cereals) would be added to EU existing surplus; all CEECs producers would benefit from funds currently allocated to European agriculture sector. To meet this new challenge, more than a generic implementation of competitive abilities, are necessary to fit agricultural structures and policies of EU. Since changing agricultural systems show different and partially complementary characteristics, they can, however, be used advantageously.