Abstract:
Nel presente lavoro di tesi si studia il rapporto tra il pittore e critico d’arte inglese Walter Richard Sickert (1860-1942) e Venezia.
Sickert, allievo di James Abbott McNeill Whistler, trascorre a Venezia quattro lunghi soggiorni a cavallo tra XIX e XX secolo, producendovi un consistente numero di opere.
Grazie alla costante stesura di scritti critici e articoli, che costituiscono una delle principali fonti per questo elaborato, Sickert rappresenta una delle voci più veritiere sulla vita, il gusto e la tecnica di Whistler e lascia singolari testimonianze della Venezia d’inizio secolo osservata sotto la lente di quello che egli stesso definisce ‘strange occasional compound’: il writer-painter.
Attraverso la lettura dei testi sickertiani e di alcune lettere inviate agli amici, la tesi ricostruisce il rapporto tra Sickert, gli artisti italiani a lui contemporanei e gli antichi maestri veneti, ma anche toscani e lombardi, cui guardava assiduamente e sulla cui fortuna nell’Inghilterra del tempo restituisce un formidabile spaccato. Uno sguardo onnivoro, quello di Sickert: da Canaletto al futurismo.
Il primo capitolo dell’elaborato è dedicato allo studio dell’opera veneziana di Sickert in relazione a quella di Whistler e dei maestri veneti, il secondo capitolo si rivolge all’analisi degli scritti sull’Italia e Venezia, il terzo indaga la fortuna dell’opera sickertiana; vi compare infine un breve sunto sulle partecipazioni di Sickert alla Biennale.