Abstract:
II ms 1467 della Biblioteca Civica di Verona raccoglie 331 lettere latine di un umanista minore della seconda metà del Quattrocento, che, veronese per natali e formazione culturale, trascorse la maggior parte della propria vita a Roma, impiegato in curia in qualità di scrittore apostolico. Personaggio poco studiato e a tutt'oggi ancora pienamente da scoprire, Benedetto Rizzoni ben incarna per indole e interessi la cultura umanistica di fine Quattrocento, alla quale era stato introdotto quasi certamente sia dal padre Martino, prediletto allievo di Guarino Veronese, e lui stesso insegnante di retorica nella città scaligera, sia dallo zio Giacomo, precettore del cardinale Pietro Barbo e apprezzatissimo abbreviatore apostolico. La corrispondenza, per la maggior parte inedita, fu trascritta dallo stesso Benedetto non in un semplice copialettere, bensì in un vero e proprio liber epistolarum, dotato di una precisa struttura interna e, soprattutto, di una sua dignità letteraria. Ordinate secondo il duplice criterio del raggruppamento per corrispondenti e della sequenza cronologica, fitte di correzioni e note marginali e interlineari, le epistole testimoniano infatti un costante labor limae da parte dell'autore, che dovette tornare su di esse durante un lungo periodo di anni, probabilmente con l'ambizione di legare il proprio nome ad un'opera scritta. Appartenendo la maggior parte dei corrispondenti al mondo della cancelleria apostolica, il fulcro del potere pontificio, l'epistolario, che abbraccia l'intero ultimo ventennio del Quattrocento (1480-1501), costituisce un'interessante testimonianza di tutto il particolare clima storico, politico e culturale della Roma di fine secolo e consente di ripercorrere la maggior parte degli eventi che segnarono la storia di quegli anni, dalla conquista di Otranto da parte dei Turchi fino alle imprese di Carlo VIII e Luigi XII in Italia, dove, nel frattempo, si veniva consolidando il potere dei Borgia. Se storia, cronaca e politica costituiscono gli argomenti preponderanti della raccolta, non mancano tuttavia momenti in cui il Rizzoni, memore della formazione umanistica ricevuta in seno alla famiglia, si rivela anche uomo di lettere. Accanto a semplici funzionali di curia e personaggi invece di rilievo della corte pontifìcia, si trovano così anche i nomi di illustri esponenti dell'ambiente letterario contemporaneo, (Giacomo Gherardi, Raffaele Maffei, Gian Francesco di Poggio Bracciolini, Battista Guarirli, Paolo Cortesi) ambiente cui il Rizzoni non doveva essere del tutto estraneo, se non altro in virtù della fama dei suoi più illustri antenati, la cui memoria era certamente ancora viva tra i contemporanei. Gli interessi letterali del Rizzoni emergono in particolare dalla fittissima corrispondenza col cognato Pierdonato Avogaro, umanista veronese di un certo pregio, per la cui ricca produzione letteraria l'epistolario costituisce una fonte imprescindibile. Proprio in una lunga ed erudita epistola a lui diretta il Rizzoni si
inserisce nell'annosa disputa sulle origini di Plinio il Vecchio, offrendo prezioso spunto all'Avogaro che ne riprenderà interi passi in un opuscolo dedicato ai veronesi illustri.
L'introduzione, dopo aver tracciato la biografia dell'autore, inserita a pieno titolo nelle vicende della città pontificia, si sofferma sul profilo culturale del Rizzoni e, attraverso una mirata lettura delle epistole, si propone di far emergere, insieme al curiale, anche l'umanista. In considerazione dell'interesse storico e letterario dell'intera raccolta si è scelto di trascrivere integralmente tutte le epistole, corredandole di funzionali note di commento, che, senza pretesa di essere esaustive, valgano ad illuminare fatti e personaggi di un intricata e per molti aspetti affascinante vicenda del nostro umanesimo. Ogni lettera è preceduta dall'indicazione del luogo, della data e dell'eventuale precedente edizione, mentre in apparato si sono registrati tutti gli interventi operati dall'autore, cercando di rendere conto della successione delle fasi redazionali. Fruttuose ricerche d'archivio hanno portato alla luce alcuni documenti (prevalentemente bolle pontificie relative alla carriera curiale del Rizzoni) che, ritenuti fino ad oggi perduti, si è scelto di pubblicare in appendice al testo. Chiudono il contributo una nota bibliografica, l'indice dei corrispondenti e dei nomi di persona.
The manuscript no. 1467 in the Communal Library of Verona contains 331 letters in Latin, written by a minor representative of humanism during the second half of the 15th century. Born and educated in Verona, Benedetto Rizzoni spent most of his life in Rome, working as a scriptor apostolicus for the Curia of the Vatican. Benedetto Rizzoni's work has not attracted much interest so far, which means that to the present day most of his work remains to be studied. As regards his character and cultural interests, he well represents the humanistic culture of the late 15th century. It is almost certain he was introduced both by his father Martino - one of the favourite students of Guarino Veronese and himself teacher of rhetorics in the city of the Scaligeri - and by his uncle Giacomo (who taught Pietro Barbo, cardinal and renowned abreviator apostolicus) to the humanistic culture of his time. The letters, most of which are unpublished, were copied by Benedetto Rizzoni himself not into a simple copybook, but into a proper liber epistolarum, giving them a precise structure and above all, a literary dignity. The letters are ordered according to two criteria- in cronological order and according to the respective addressee; a great number of corrections and notes in the margin and between the lines show a constant effort of labor limae on the part of the author. He worked on them over a considerable period of time , probably because of his ambition to become known as the author of a written work. Since the majority of correspondents belonged to the Apostolic Cancelleria of the Curia, the centre of the Pope's political power, this collection of letters which covers the two last decades of the 15th century (1480-1501), represents an interesting account of that particular historical, political and cultural moment in time and of the atmosphere in Rome at the turn of that century. It is possibile to retrace most historical events of those years, from the conquest of Otranto by the Turks to the accomplishments by Charles VIII in Italy during the period when the the Borgia family consolidated its power. The topics recurring in the letters concern historical events, current affairs and politics, but there are also times when Rizzoni remembers his education as a humanist and
reveals his gift as a writer. Apart from employees and important representatives of the Vatican court, Rizzoni also mentions the names of several contemporaries known for their literary inclinations (Giacomo Gherardi, Raffaele Maffei,Gian Francesco di Poggio Bracciolini, Battista Guarini, Paolo Cortesi). Rizzoni was not a complete outsider there, for the memory of the fame of his illustrious ancestors was still alive among his contemporaries. Rizzoni's litarary interests emerge in particular in the letters to Pierdonato Avogaro, his brother in law. Avogaro was among those representing humanist culture in Verona and even had a certain prestige; the letters represent a valuable source of inspiration for his literary efforts. In fact, in a long and erudite letter, Rizzoni expressed his views concerning the dispute about the origins of Plinius the Elder, a dispute which had been going on for a long time. Offering Avogaro precious insights, in fact the latter will quote whole passages from the letters in a booklet dedicated to famous people from Verona. The introduction starts with the author's biography, whose life is rightly part of the events in Rome and at the Vatican, and then goes on to talk about Rizzoni's cultural profile. Analysing the letters in some depth, not only the writer for the Curia but the humanist too comes to the surface.Considering the historical and literary importance of the whole collection, the choice was to transcribe all letters, with foot notes commenting on facts and people. Without pretending to be exhaustive, the notes shed light on the intricate and in many ways fascinating path of humanism and of that period. For each letter the date and the place where it was written is given as well as the former publication, while all the author's interventions are listed in the apparatus criticus, thus trying to account for the successive phases of editing of he letters. While searching the archives further documents were discovered (mainly Vatican bulletins relating to Rizzoni's career) which so far had been considered lost. These have been published in an appendix , together with a bibliography, the list of correspondents
and all proper names contained in the letters.