Abstract:
Partendo da un excursus storico che tratta le fila evolutive delle arti sceniche giapponesi, la tesi analizza come il teatro classico giapponese Nō possa essere considerato un ponte tra Oriente e Occidente, in quanto portatore di canoni estetici e tradizioni secolari tali da influenzare una Nazione e il Nuovo Continente.
La Riforma Meiji lanciò il Nō nella scena moderna internazionale. Letterati del calibro di Yeats, Pound, Copeau, Claudel, Barrault e Brecht cercarono di ripristinare il valore etico e spirituale che l’avvento del teatro borghese aveva abbandonato. Nel Nō trovarono l’espediente principale per portare avanti le loro sperimentazioni.
Sebbene persistano fraintendimenti storici e culturali che ne limitano la comprensione, la ricezione del teatro classico giapponese in Occidente ha subito una profonda trasformazione, culminata nella prima rappresentazione internazionale a Venezia con la Biennale del 1954. Nel corso degli anni, furono e continuano ad essere numerose le rappresentazioni Nō al di fuori dei confini nazionali a testimonianza di come, nel corso dei secoli, il suo audience sia profondamente mutato e aumentato.
Dalle classi nobili e guerriere, il Nō s’inserisce nel mondo contemporaneo grazie all’International Nō Institute di Kyoto e Milano che ne garantiscono l’apprendimento e la sopravvivenza.